“E’ stato esteso a 10 giorni il congedo retribuito per i papà, ma ne possono beneficiare solo i privati. Siamo di fronte a una incredibile disparità che dura da oltre otto anni”. Lo sostiene Il sindacato Nursing Up, con il presidente Antonio De Palma, che ha anche commentato i “400 milioni di euro in arrivo con il via libera del DDL Bilancio per strutturare il percorso”.

E i dipendenti pubblici? E gli infermieri del SSN che coltivano il sogno di diventare padri?

Il sindacato degli infermieri vuole che sia posto rimedio a quella che è considerata a tutti gli effetti un’ingiustizia.

“Dovremmo accogliere con soddisfazione, come sindacato delle professioni infermieristiche, la notizia che nel 2022, il Consiglio del Ministri, nell’ambito della nuova manovra che prevede misure chiave per le famiglie italiane, ha dato il via libera al DDL Bilancio con il quale saranno stanziati 400 milioni di euro per dare corpo e struttura al congedo parentale, passato da 7 a 10 giorni – spiega De Palma – Tutto ciò già lo prevedeva la Legge 30 dicembre 2020, n. 178, che aumenta di 3 giorni il congedo obbligatorio dei padri, portandolo da 7 a 10 giorni. Ma come sindacato siamo costretti a stigmatizzare il nostro profondo rammarico e insoddisfazione perché il congedo parentale, esteso a 10 giorni, retribuiti a pieno dall’Inps e che si aggiunge alle ferie del lavoratore, è stato riconosciuto a queste condizioni, solo dai dipendenti privati. Una profonda sperequazione che dura da troppo tempo – ha continuato il presidente nazionale del Nursing Up – Il problema è che aspettiamo da tempo l’azione risolutiva del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiamato ad approvare una norma che individui e definisca gli ambiti, le modalità e i tempi di armonizzazione della disciplina. Senza questo provvedimento, i nostri infermieri padri possono anche scordarsi dell’esistenza di una simile norma. Ne consegue che, mentre il mondo del lavoro privato italiano si confronta già con gli standard europei, i nostri infermieri e i lavoratori pubblici in genere, sono ancora in attesa di questo provvedimento sin dal 2012”.

De Palma si chiede: “Quanto dovranno aspettare ancora gli infermieri italiani che lavorano nella sanità pubblica? Il sogno di diventare padri, in tempi così difficili per le giovani coppie, dovrebbe essere sostenuto e corroborato dallo Stato e valere per tutti i cittadini. Che senso ha riservare certi benefici solo a chi lavora nel privato? E ancor peggio, da infermieri dovremmo forse essere penalizzati perché operiamo in ospedali pubblici, dove mettiamo a repentaglio la nostra stessa incolumità giorno dopo giorno per il bene della collettività?”

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia