Dal 2023 il canone Rai non sarà più nella bolletta della luce. Il governo ha accolto un ordine del giorno al decreto Energia presentato dalla deputata catanese, eletta con il M5s e ora nel gruppo Misto, Maria Laura Paxia, che chiedeva, appunto, di separare le due voci.

“Dovevamo intervenire dal luglio del 2021 – spiega Paxia all’AGI – perché l’Ue ha definito il canone della tv come un onere improprio, in quanto non legato ai consumi di elettricità. Eppure Palazzo Chigi, nonostante le mie ripetute sollecitazioni, non ha mai agito concretamente. Con il Pnrr c’è stata l’occasione giusta, visto che l’Europa chiede ai Paesi membri trasparenza per l’inserimento di componenti aggiuntive sulle forniture energetiche”.

Il percorso è ancora lungo, il governo dovrà dare seguito al via libera all’ordine del giorno, che è stato accolto con riformulazione (dunque senza dover passare dalla votazione in Aula). Non mancano le polemiche.  “È una manovra elettorale – scrive su Facebook il deputato di Iv, Michele Anzaldi – La decisione è già stata presa per dar seguito a una precisa indicazione dell’Unione europea nell’ambito del Pnrr, l’Italia non può sottrarsi, il decreto Energia non c’entra nulla”.

Anzaldi spiega: “Chi oggi cavalca la questione cerca solo di strizzare l’occhio agli evasori. La conseguenza sarà che mentre oggi paghiamo meno ma paghiamo tutti, domani rischiamo di tornare ai tempi in cui pagavano solo gli onesti ma pagavano di più. Se si vuole davvero impegnare il governo, bisognerebbe chiedergli di garantire che il canone non verrà in alcun modo aumentato. Grazie al canone in bolletta, il governo Renzi per la prima volta nella storia della Rai abbassò questa tassa, passata da 113 agli attuali 90 euro all’anno”. Dal canto suo, Paxia rimanda le critiche al mittente: “Propaganda? Non nel mio caso, visto che ho depositato anche una proposta di legge per eliminare il canone Rai. Certo, se non fosse intervenuta l’Europa il governo non avrebbe mai preso questa decisione”.

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