‘Invadere’ pacificamente l’Ucraina con una marcia per ‘celebrare’ lì l’8 marzo e “chiedere un cessate il fuoco”. Matteo Salvini dice che si tratta di “un sogno”, ma assicura anche che lui sta lavorando davvero all’iniziativa, “in contatto con l’ambasciata italiana a Leopoli”.

 

Il segretario della Lega, in conferenza stampa alla Camera, spiega: “Ora stanno uscendo dall’Ucraina le vittime della guerra e delle bombe, ecco, se in entrata ci fossero non solo combattenti ma anche combattenti disarmati per la pace io sarei molto orgogliosamente fra di loro. Se qualcuno lanciasse una grande iniziativa continentale, un’invasione pacifica in senso contrario. Più siamo e meglio è”, perché “se siamo in cento è un conto, se fossimo in centomila sarebbe un altro conto”.

Ecco allora chi potrebbe coinvolgere le persone secondo Salvini: “Se magari fosse direttamente il Santo padre a lanciare una grande iniziativa di pace a livello continentale, nessuno lo potrebbe accusare di avere secondi fini, di fare ragionamenti geopolitici o di essere amico di Putin”.

 

Salvini ammette che “aiutare l’entrata” in Ucraina “di messaggeri di pace comporta dei rischi”, ma tira dritto: “La vita è fatta di rischi, se credi in qualcosa devi essere disposto ad andare fino in fondo. E’ un pio desiderio, un’ambizione eccessiva, un sogno? Sì. Mi piacerebbe, ci stiamo ragionando, la buttiamo lì…”.

Per l’ex ministro dell’Interno “sanzioni e armi non basteranno”, ecco perché sogna oggi “un grande movimento per la pace a livello continentale che andasse a frapporsi in Ucraina fra il popolo e le bombe, fra il popolo e i missili”. La chiama “una forte iniziativa di pace”, non di “un’iniziativa tanto per fare”, messa in atto con la “presenza fisica di parlamentari, studenti, imprenditori, operai, camionisti, agricoltori sul posto a dire ‘fermatevi’”.

 

Salvini vorrebbe quindi andare in Ucraina la prossima settimana, “anche perché ogni giorno che passa è un passo in più verso il baratro”. Martedì prossimo potrebbe essere il giorno giusto: “L’8 marzo è la festa della donna: in Ucraina quest’anno non c’è, perché le donne, le mogli, le mamme scappano. Ricordarla a Roma ha un certo senso, ricordarla in territorio di guerra facendo un appello al cessate il fuoco avrebbe un altro senso”.

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