Sfumano le accuse nei confronti di Matteo Salvini per la famosa citofonata, durante la campagna elettorale del 2020 per le regionali dell’Emilia-Romagna: il leghista, accompagnato da alcuni residenti del quartiere Pilastro, suonò a casa di una famiglia tunisina e al citofono chiese: “Lei spaccia?”. Il provvedimento di archiviazione del Gip di Bologna Grazia Nart arriva oggi e accoglie la richiesta di archivaizione avanzata dalla Procura per il leader della Lega, che era finito indagato per diffamazione. L’episodio allora fece molto scalpore, i social si scatenarono contro l’iniziativa del leghista e anche in città ci furono molte polemiche.
Non è bastato, dunque, l’atto di opposizione alla archiviazione che era stato presentato dalla famiglia che aveva querelato Salvini per la citofonata in pubblico (c’erano anche giornalisti e telecamere) alla loro abitazione del Pilastro, periferia della città, in cerca di “spacciatori”. In archivio (“per infondatezza della notizia di reato”) anche le accuse nei confronti della residente del Pilastro che accompagnò Salvini in quell’occasione.