In Veneto, nell’ultimo quadriennio, quasi un’impresa industriale e terziaria con almeno un dipendente su quattro ha investito in tecnologie green a maggior risparmio energetico e a minor impatto ambientale: si tratta per la precisione di circa 33.900 imprese, che rappresentano quasi il 10% di tutte le aziende che hanno investito nel green in Italia (solo la Lombardia con il 19,3% ha contribuito di più), nonché il 24% del totale regionale, contro il 23,6% della media nazionale. Gli investimenti in tecnologia green sono finalizzati per il 20% al processo produttivo, per il 14% al prodotto e per il 66% alla riduzione dei consumi.

 

Lo rileva lo studio “Viaggio nel Veneto delle Qualità” realizzato da Fondazione Symbola e Federparchi in collaborazione con eAmbiente e con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, presentato oggi a Padova. Per quanto riguarda le province venete, Padova si colloca al primo posto con 6.966 imprese green, equivalenti al 25,1% del totale delle imprese della provincia. Seguono da vicino Treviso con 6.570 imprese verdi (26,4%), Vicenza con 6.082 imprese (24,3%), Verona con 5.781 imprese green (22,1%) e Venezia con 5.658 imprese verdi (22,8%); quindi Belluno con 1.493 (26,5%) e Rovigo con 1.346 imprese (20,1%).

La buona performance del Veneto si conferma anche per quanto riguarda le provincie: ben cinque figurano nelle prime venti posizioni (Padova, Treviso, Vicenza, Verona e Venezia tra l’ottava e la sedicesima posizione) nella graduatoria nazionale delle provinciale per numero di imprese green. Protagonisti di questo processo di riqualificazione in chiave sostenibile sono, tra gli altri, i settori del made in Italy in cui la Regione è più specializzata: dal legno-arredo alla concia, dall’agricoltura alla meccanica. Da questo punto di vista, il Veneto ben rappresenta la trasversalità della green economy italiana: anche qui, infatti, a trainare la ”rivoluzione verde” troviamo non solo i nuovi settori legati alle fonti rinnovabili, al risparmio energetico e alla gestione dei rifiuti, ma anche migliaia di piccole e medie imprese manifatturiere.

Il Veneto è la regione del brevetto che sfrutta la tecnica della riflessione totale per l’illuminazione pubblica a Led, consentendo di risparmiare fino al 70% di energia rispetto ai tradizionali lampioni al sodio e il 30% rispetto a quelli a Led attualmente sul mercato; della prima pasta italiana di grano duro a chilometro zero e in cui ha sede l’azienda leader nell’estrusione del legno composito ed ecologico; è la regione in cui si trova il centro per il riciclo capace di trattare 80 tonnellate al giorno di rifiuti secchi industriali e urbani con una quota di recupero del 99% e dove sono nati i pannelli isolanti ecocompatibili realizzati con fibre di abete mineralizzate rivestite da un legante minerale che resistono senza colpo ferire agli agenti atmosferici.

Una regione che si presenta come laboratorio all’avanguardia, con 20 casi di imprese di successo che si sono distinte nel segno della green economy, della qualità, dell’innovazione, della gestione responsabile delle risorse, dell’ambiente e del patrimonio sociale. ”Il Veneto è uno dei cuori manifatturieri dell’Italia – commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – Un sistema produttivo variegato e di grande vitalità che, anche nella crisi, coniugando qualità, innovazione e territorio con la green economy, sta rinnovando con successo il proprio tessuto imprenditoriale”.

L’attuale crisi, che tocca ampi settori economici e sociali, “ha avuto il merito di evidenziare la fragilità di modelli di sviluppo lontani dalle dinamiche e dalle vocazioni dei territori – aggiunge Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi – per molte realtà del nostro Paese come il Veneto, esistono reali spazi di impresa se si opera puntando sulla qualità, sulle caratteristiche locali e sulla sostenibilità ambientale, ovvero sui presupposti principali dell’esistenza di un’area naturale protetta. Questa totale coincidenza tra finalità istitutive di un parco e ‘green economy’ rappresenta una responsabilità e una sfida per i parchi che, forti dell’esperienza e delle buone pratiche testimoniate anche in questo lavoro, sono pronti a cogliere insieme a chi vorrà investire insieme a noi sul nostro futuro”. (adnkronos)

 

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