Da luglio 2022 a fine marzo 2024 la vice sindaca e assessora Anna Maria Savio ha conferito 399 cittadinanze, una cifra rilevante che richiede non ci si soffermi solo all’aspetto numerico.

«Il conferimento di una cittadinanza è una cerimonia importante, formale, che ha il proprio nucleo nel solenne giuramento che i nuovi cittadini sono tenuti a prestare di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione e delle leggi dello Stato – spiega Anna Maria Savio -. Al di là dell’ufficialità del momento, dietro ogni nuovo cittadino c’è una storia passata spesso molto travagliata, un futuro di attese fortemente desiderato, ci sono emozioni, speranze e anche tanta voglia di raccontarsi».

«Le storie che condividono con me restano impresse – continua la Savio -: alcuni sono arrivati in Italia con viaggi di fortuna, magari dopo molti tentativi. Emerge chiaramente che sono in Italia non per caso. L’Italia è il Paese che hanno scelto con una volontà precisa. Qualcuno mi dice che non si può scegliere dove nascere, ma sicuramente dove si vuole vivere.  Resta la nostalgia degli affetti lontani, ma anche la forte riconoscenza per il nostro Paese che li accoglie e dove sono determinati a impegnarsi per ricambiare tale accoglienza. Sono numerosi i casi di adulti che, quando devono prestare giuramento, portano con sé in Municipio anche i loro figli: a loro raccomandano di studiare per essere bravi cittadini. Hanno un lavoro, conoscono la lingua meglio di quanto accadeva anni fa e amano la nostra cucina. In molti si mettono la mano sul cuore al momento di prestare giuramento».

Bangladesh, Marocco, Moldova, Serbia, Ghana, Albania e Bosnia-Erzegovina sono i Paesi di origine da cui provengono in modo più consistente i nuovi cittadini, a cui seguono Romania, Kosovo e Tunisia. Qualche unità anche da Costa D’avorio, India, Croazia, Ucraina, Pakistan, Repubblica Popolare Cinese, Colombia, Perù, Algeria, Argentina, Bolivia, Bulgaria, Camerun, Cuba, Ecuador, Federazione Russa, Filippine, Liberia, Regno Unito, Senegal, Sierra Leone, Sudan e Thailandia.

I requisiti per ottenere la cittadinanza italiana sono normati. Può ottenerla, previa debita istruttoria, chi è discendente da avi italiani (Jure sanguinis) o chi ne fa richiesta avendo compiuto 18  anni ed è nato in Italia da genitori stranieri, residente nel nostro Paese senza interruzioni, o chi, straniero, è coniuge di cittadino italiano (Decreto del Prefetto) o chi è straniero ma ha vissuto legalmente da almeno 10 anni in Italia (Decreto del Presidente della Repubblica) o chi è figlio minore convivente di genitori che hanno acquisito la cittadinanza italiana.

In occasione del conferimento della cittadinanza vengono consegnate al neo cittadino una copia della Costituzione e una lettera di benvenuto e di augurio perché possa trovare ogni bene in Italia, Paese in cui si è scelto di vivere e appartenere, insieme alla volontà di ricambiare con rispetto e gratitudine, in un reciproco e proficuo rapporto di accoglienza e di impegno per lo sviluppo pacifico e armonioso della comunità.

«Mi è restato in mente un gesto molto significativo – conclude la Savio – di un cittadino che ha estratto dallo zaino, al momento del giuramento, una bandiera italiana accuratamente piegata, affermando che la portava sempre con sé. Credo che mantenere le proprie radici sia importante per ciascuno di noi, così come la volontà – che confidiamo sia ben salda – di integrazione in un nuovo e stimolante contesto sociale nel quale potersi realizzare come essere umano, nella ricchezza di relazioni e nella dignità del proprio lavoro. L’invito che come Amministrazione porgiamo è anche quello di conoscere e approfondire la storia e la cultura del nostro Paese che ora è diventato anche il loro».

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