Avviati lavori di recupero per una delle più belle zone di Schio spesso “dimenticate”. In questi giorni il Gruppo Ungulati Val Leogra, in accordo con il comune di Schio che permette loro di avere lì una sede, si sta occupando della Valle dell’Orco, percorso che consente di conoscere un ambiente di forra a due passi da Schio, dove è presente l’ex complesso minerario di Contrà Pozzani. Già dall’inizio del sentiero ci si può immergere in un paesaggio inaspettato, il rumore dell’acqua cattura subito l’attenzione, il verde della foresta avvolge e quello che si può vedere è solo foresta.

L’intervento dei volontari è molto complesso e richiede molto tempo, ma già sono state realizzate diverse opere di protezione, sono state messe in sicurezza alcune parti dove il sentiero era stato tagliato, dove prima era presente un dirupo ad esempio, sono stati realizzati scalini e passamano per permettere agli escursionisti di accedervi con più sicurezza e per dare un po’ di ordine.

“L’intervento era previsto per il 13 maggio ma la tanta pioggia non ci ha permesso di andare. – spiega Luca Seganfreddo – Nonostante le giornate uggiose di questi ultimi giorni, abbiamo deciso di lavorare lo stesso, e nel fango, siamo riusciti a fare i lavori che ci eravamo prefissati rendendo il sentiero molto più sicuro e agibile. Torneremo il 15 luglio per terminare la parte più alta del percorso e il 10 giugno avremo un altro intervento in un altro sentiero. Ci stiamo dando da fare e siamo orgogliosi del nostro operato.”. Un intervento non da poco vista la situazione di degrado che si presentava. Impegno e costanza da parte di questi uomini che hanno a cuore la zona e vogliono permettere ai turisti e residenti della zona di visitare questi luoghi stupendi dell’alto vicentino. Qui infatti si estraevano e si lavoravano le “argille bianche” da cui veniva estratto il caolino, materiale molto usato nell’industria cartaria, in quella ceramica ed in quella edilizia. Un sentiero suggestivo, che parte all’altezza tra Schio e il confine con Santorso fino ad arrivare al Tretto.

“Stiamo presentando al Comune tutto quello che stiamo facendo. Speriamo che, una volta messo in ordine, l’amministrazione intervenga sgomberando la frana caduta dentro la diga e che ripristini quel sito.” La diga infatti presenta attualmente un accumulo di detriti e sassi, creando una parete che chiude una parte del sentiero, rovinato a causa dell’alluvione del 2010. L’escursione inizia da un piccolo spiazzo dopo l’ultima casa che si trova in Contrà Magliaretto raggiungibile svoltando a destra subito dopo le ex fabbriche Saccardo. Queste si trovano sulla strada SP 65 che da località Timonchio porta al Tretto. Lì è presente un punto dove è possibile parcheggiare la propria auto ed iniziare l’escursione. Prima di giungere allo spiazzo avremmo notato sulla destra un bellissimo esempio di essicatoio per il caolino. Dopo altri 30 minuti di cammino è possibile trovare ponticelli, una stretta forra, una grande vasca d’acqua che alimenta una centralina, fino a giungere alle prime case di contrà Pozzani di sotto. La contrada conserva tratti architettonici suggestivi, trovandosi davanti ad un grande sito minerario per l’estrazione e la lavorazione del caolino, area archeologica industriale con una fitta vegetazione.

 

 

Laura San Brunone

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