Approda ancora il recupero delle ex officine Tessari in consiglio comunale, con Attilio Schneck che l’ha reso più interessante ed un’opposizione che non le ha mandate a dire ad un sindaco con la delega all’urbanistica. Un primo cittadino che ieri sera è stato accusato di incompetenza, svendendo il patrimonio immobiliare thienese in favore di privati, con cui avrebbe fretta di trattare a scapito degli interessi del Comune.

E’ andata comunque come doveva andare. Il nuovo accordo di pianificazione tra il Comune di Thiene e l’immobiliare Metrò incassa l’approvazione in consiglio comunale. La riqualificazione delle vecchie officine Tessari vola verso la convenzione urbanistica, che detterà tempi e modalità degli interventi.

Sarà in quella sede che il privato, che vuole fare in via Dante una propria operazione immobiliare, dovrà mettere sul tavolo le garanzie che preoccupano sia l’opposizione, che il consigliere di maggioranza Nico Simonato: “Bisogna essere sicuri su questo, o ci troveremo con una cattedrale nel deserto.  L’immobiliare Metrò la conosciamo sino ad un certo punto – ha continuato – Servono fidejussioni, da escutere in necessità”.

Scontro Schneck Casarotto
Una discussione che ha zavorrato la seduta del consiglio, con una ‘resa dei conti’ tra due dinosauri della politica thienese, Schneck e Casarotto. Il primo che accusava l’altro di “mettere in pratica un grave atto di natura economica sui beni del Comune”, l’altro che gli ricordava l’affare Piruea, Riqualificazione che ha appioppato in città,  a ridosso del centro storico, uno smisurato numero di negozi ed appartamenti, attico compreso, rimasti invenduti negli anni. Su quello che si doveva portare a casa il Comune, resta un manto d’asfalto  in piazza Nova al posto di una pavimentazione in pietra. Manca tutto poi, dagli arredi alle fontane.

Un passato così vicino della storia dell’amministrazione di Thiene, che non può non essere tenuto in considerazione. Per l’attuale giunta vale sì da monito ma non da freno, verso quella che vede come un’opportunità di svecchiare una zona della città: “Ho trovato disponibilità nell’immobiliare Metrò ed è partita una trattativa che, sono convinto, riporterà dignità ad una zona della città- ha spiegato Casarotto –  Vedremo quello che accadrà”.

Nuovo accordo
A distanza di due anni, quindi, il consiglio comunale si è trovato a ratificare un accordo.  Cambia la sostanza iniziale e non diventerà più proprietà del Comune l’area di 2531 metri quadri, sui cui ora sorge lo scheletro delle officine. Gravata da ipoteche che la banca, ai quei tempi  ancora la Popolare di Vicenza, avrebbe stralciato solo una volta conclusi i lavori della strada. Oltre all’ottenimento da parte di Metrò dei permessi necessari per edificare i quasi 10mila metri cubi. Un rischio ingestibile per l’amministrazione comunale, quello di trovarsi in conto delle ipoteche, che ha riportato in trattativa l’immobiliare avanzando nuovi accordi.

L’area resterà in capo al privato e con essa le ipoteche,  la strada di collegamento tra via Dante e via dell’Eva verrà comunque fatta, a spese di Metrò. In contropartita il  Comune sottrarrà quasi 3mila metri quadri del proprio patrimonio immobiliare,  nella parte retrostante dei Comboniani attigua a via Dell’Eva, per darli a Metrò. “Non è edificabile, perché il volume è già accorpato nel piano Dante”, ha precisato Casarotto “Al Comune restano comunque 6800 metri quadri, tolta la strada, preservando chiostro e chiesa. Altro che depauperamento”.
In sunto Metrò si troverà un incremento di 1794 metri quadri di superficie fondiaria, col volume edificabile invariato, ma verrà “così maggiormente spalmato per evitare di avere in centro a Thiene un ‘bussoloto’”,  Casarotto ha così giustificato il valore  estetico, che ha portato ad accogliere l’accordo “In più ci troveremo la strada fatta”.
Un ‘bonus’ di terreno non nuovo per l’immobiliare, che già due anni fa si era ritrovata con più superficie, rispetto a quella del piano di recupero ‘Dante 1’, di quasi 1600 mq che avrebbe dovuto pagare (in compensazione) al Comune in lavori per 195mila euro (strada e demolizioni di fabbricati).
Col nuovo accordo siglato lo scorso 19 settembre tra il sindaco Casarotto ed il legale rappresentante della Metrò, quest’ultima dovrà spendere un qualcosina in più (70mila euro), per compensare il maggiore terreno sul quale andrà a costruire (1794 metri quadri) .  Nelle stime fatte, e nel patto sottoscritto, a Metrò dovrebbero bastare quei 265mila euro per fare la strada ed i sottoservizi, oltre a demolire gli edifici comunali del complesso dei Comboniani. “Casarotto mente alla città quando dice che questa Metrò ci farà la strada- dichiara il consigliere di opposizione Azzolin”, puntando al punto del patto in cui il Comune partecipa per il 49%. Se a Metrò non bastassero i 265mila euro, per demolire i fabbricati e fare la strada, sarà il Comune stesso a doversi fare carico di tutte le spese per completare i lavori.

“Grave danno per Thiene”
Motivazioni che non sono piaciute all’opposizione. Con Scheck fermo sul valore d’acquisto dell’area ‘incriminata’.“Comperata per 3milioni e 370mila euro per evitare interferenze coi privati, cosa che ora accadrà, anziché realizzare un campus universitario”. Ma sarebbe forse stata un’ennesima utopia in puro stile thienese, dopo la cittadella dello sport e il polo scolastico. Seppure l’ex sindaco abbia ribattuto più volte all’attuale primo cittadino “In quanto ad urbanistica lei è un incapace”, da Casarotto nessuna ruga in fronte di fronte agli attacchi. Probabilmente se li aspettava ed ha continuato a ribadire l’importanza del progetto, pur con cessione di proprietà comunali,  sottolineando anche con l’aiuto dell’assessore Samperi “come il patrimonio, più che un bene è un peso”, riferendosi al milione e mezzo di euro speso in tutti questi anni per mantenere l’area dei Comboniani.

“Chi c’è dietro a Metrò?”
Un dibattito sul quale aleggiava il ‘fantasma’ della Metrò. “Lei sa con chi sta andando a trattare? Ha verificato la solidità economica di questa immobiliare?” ha chiesto al sindaco il consigliere di minoranza Azzolin, citando una visura camerale dallo stesso fatta, che vedrebbe la società attualmente “inattiva, scarsamente patrimonializzata, con un bilancio in perdita per 20 mila euro ed un capitale sociale  di 50 mila”. Una richiesta che però non ha sortito una risposta esaustiva, se non un “anche noi abbiamo le nostre ricerche”.

Perplessità in maggioranza
Voto compatto, e favorevole, dalla maggioranza con due voci fuori dal coro, che hanno chiesto garanzie future, non solo su base economica. “Auspico che questo piano venga redatto da un professionista idoneo – ha dichiarato la consigliera Maria Angela Barone – Affinché venga fatta un’operazione anche di tipo culturale, non solo immobiliare, nel rispetto del complesso dei Comboniani. Per questo mi auguro che venga rivisto il sedime del parcheggio in progetto”. Dal canto suo Casarotto ha invitato la consigliera ad andare direttamente dall’immobiliare “li convinca lei a fare quello che ha chiesto, perché io non ho poteri a farlo”.

Paola Viero

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