Scatta la polemica tra maggioranza e opposizione per l’assegnazione dei voucher per persone disoccupate che ne hanno fatto richiesta attraverso un bando erogato dal Comune di Schio.

Dopo aver analizzato le 357 richieste pervenute, il Sindaco Valter Orsi e l’ufficio competente non sono riusciti a stilare una graduatoria e hanno così deciso di erogare i 40mila euro della prima tranche a persone che hanno partecipato al bando e che l’amministrazione comunale conosceva già come ‘persone in stato di difficoltà economica’. Il Comune ha spiegato che “E’ pervenuto un numero molto elevato di domande, nella stragrande maggioranza dei casi compilate in modo errato nonostante fosse stato messo a disposizione apposito modello facilmente compilabile. Risulta pertanto impossibile definire compiutamente una graduatoria applicando i criteri indicati nell’avviso, né d’altra parte risulta praticabile l’ipotesi di chiedere la regolarizzazione delle domande presentate considerato l’elevato numero delle stesse e le molteplici e differenziate situazioni da sanare. Visto l’esito della procedura disposta con l’avviso pubblico in argomento, l’amministrazione ritiene opportuno sospendere l’avviso stesso e i conseguenti provvedimenti in attesa di mettere a punto una procedura più rispondente alle necessità lavorative dell’amministrazione medesima e alla platea di persone interessate. Nel frattempo, al fine di far fronte ad alcune esigenze di interventi indifferibili, l’amministrazione ritiene necessario procedere alla chiamata di alcuni lavoratori con un incarico provvisorio di circa cinquanta ore da svolgere in un mese, scegliendoli sulla base della particolare situazione economica e/o familiare in cui versano, situazione nota all’amministrazione”.

Questa scelta non è andata bene al Pd del consiglio comunale che attraverso la sua segreteria ha mandato un comunicato in cui critica aspramente le scelte di Orsi e dei suoi collaboratori dubitando della correttezza delle intenzioni dell’amministrazione. Il Pd si chiede se i gestori del bando si aspettassero di ricevere poche domande o se non avessero previsto di aiutare le persone in difficoltà nella compilazione del modulo. “Ci stupisce l’impossibilità dell’amministrazione a stilare una graduatoria – spiega il Pd in un comunicato – Ci chiediamo quindi come mai Comune di Schio non si attrezza, dopo aver emesso un bando, con tutte le risorse per poter stilare una graduatoria? Ci sorge quindi il dubbio che il bando sia sospeso per poter pensare a come uscire da questa impasse, mentre la gente aspetta di conoscere una risposta lavorativa. Ci chiediamo – continua – quali sarebbero queste persone a cui verrebbero affidati gli incarichi, e con quali criteri verrebbero scelte queste persone? Come si può dire ad una persona tu si e ad un’altra tu no senza avere stilato dei criteri univoci di scelta? Per tutti questi motivi ci facciamo portavoce di decine di cittadini scledensi che, dopo essere stati illusi vengono ora delusi da chi, diventato Sindaco sulle promesse ora non riesce a mantenerle e in più mette a rischio l’efficienza e l’efficacia della macchina comunale. In questi anni – conclude il Pd – non si era mai bloccato un bando a causa delle troppe domande pervenute e mal compilate, soprattutto se si parla di incarichi di così breve periodo. Chiediamo quindi che al più presto venga resa pubblica una graduatoria e vengano resi noti i criteri di affidamento degli incarichi”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Carlo Cunegato, leader di TesSiamo Schio che, ha spiegato: “Se ci sono richieste compilate in modo non corretto è sufficiente cestinarle e stilare la graduatoria con quelle corrette”.

Valter Orsi, per nulla soddisfatto di una polemica che ritiene assurda, ha replicato: “I candidati scelti dall’amministrazione, che peraltro è già a conoscenza del loro stato di necessità, sono in ogni caso persone che hanno partecipato al bando. Purtroppo sono arrivate richieste nelle quali le informazioni erano Valter orsiincomplete e non corrette in un bando. Alcuni non hanno riportato lo stato di famiglia corretto (i dati dell’ufficio anagrafe non corrispondevano), molti non hanno indicato se percepivano già ammortizzatori sociali e alcuni hanno indicato competenze a tutto tondo. Questo ci ha portati a pensare che i documenti fossero compilati in modo superficiale e incorretto e pertanto, nell’ottica di un bando comunale, queste richieste devono essere ulteriormente verificate. I dirigenti – ha continuato – si sono così trovati nell’impossibilità di redigere una graduatoria veritiera, perché trattandosi di autocertificazioni e trovando moltissime dichiarazioni che differiscono dai dati che risultano al Comune, molte richieste non si possono accettare a scatola chiusa. Non mi piace questa polemica perché è scaturita da un argomento importante che riguarda persone n difficoltà. Invito il Pd a informarsi meglio – ha concluso – anche perché ho notato che è stata tirata in causa anche l’assessore Anna Donà quando lei non ha nessuna voce in capitolo nella questione. Se si vuole chiamare in causa un assessore, al massimo si può interpellare Sergio Rossi, ma in questo caso, siccome la delega al personale ce l’ho io, ricordo che ho anche la responsabilità della questione”.

A.B.

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