Nel vicentino un pesante punto interrogativo in capo a settembre quando inizierà il nuovo anno scolastico. Mancano  100 insegnanti in una paradossale controtendenza di un numero sempre maggiore  di alunni iscritti.

A denunciare e a dare l’allarme sulla preoccupante situazione dell’organico docente delle scuole del vicentino sono le onorevoli Daniela Sbrollini e Simonetta Rubinato che, tramite loro interrogazione, chiedono al ministro della pubblica istruzione di adottare delle misure urgenti per riequilibrare il numero dei docenti rispetto alla pesante penalizzazione subita dal sistema scolastico veneto, col vicentino in cima alla a questa tragicomica classifica. Tale penalizzazione è la conseguenza della manovra di contenimento della spesa pubblica avviata ancora nel 2008: “Il personale docente delle scuole statali del Veneto è stato pesantemente penalizzato con la manovra dei ministri Tremonti e Gelmini – denunciamo la Sbrollini e la Rubinato – Con un depauperamento dell’organico della scuola pubblica, soprattutto nelle realtà più virtuose come quella del vicentino”.

La falce della ‘spesa storica’ è calata quindi sulle scuole del vicentino, seppur con dati analitici alla mano e nel periodo dal 2009 al 2016  sia coincisa con il periodo del massimo aumento della popolazione scolastica.  Quanto succede nelle scuole del vicentino è cartina tornasole della precaria situazione di tutto il Veneto in fatto di scuola: a fronte di un aumento di quasi 30 mila alunni veneti, pari a quasi 1500 classi in più, il numero dei posti-docenti assegnati dai decreti interministeriali anziché aumentare sono diminuiti di 4200.

I 100 docenti che mancano nel vicentino, specialmente per cattedre della scuola elementare e della scuola superiore, sono indispensabili per assicurare quello che costituzionalmente è un diritto: l’istruzione. In mancanza di questi 100, tra maestri e professori improponibile l’alternativa, tra l’altro non consentita dalle norme vigenti, del sovra affollamento delle classi. Nei dubbi di come andrà a finire, quasi certo saranno il disagio e le proteste delle famiglie degli studenti vicentini che potrebbero nascere in vista del riparto dei docenti tra tutti gli uffici regionali, se non verrà tenuta in considerazione la continuità formativa e di istruzione degli alunni, favorendo i docenti che nella formulazione di assegnazione provvisoria per il prossimo anno scolastico desiderano trovare posto nel loro comune di provenienza e non spostarsi di regione.

Paola Viero

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