La pubblicazione, lo scorso 21 giugno in Gazzetta Ufficiale, del decreto che istituisce la figura dell’Assistente Infermiere, rappresenta per il Nursing Up un passaggio tanto atteso quanto doloroso. Un boccone amaro che non sarà ingoiato in silenzio. Una pericolosa e concreta minaccia alla già precaria qualità dell’assistenza sanitaria pubblica.
«È un errore madornale – attacca il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma –. Lo ripetiamo da tempo e siamo di fatto l’unica sigla sindacale che, sin dal primo momento, ha chiesto la revoca del discutibile accordo Stato-Regioni da cui nasce questa figura.
Ma noi non ci fermeremo. Siamo pronti a opporci in ogni sede, per impedire l’introduzione di una figura ibrida e surrogata, creata solo per coprire la drammatica carenza di infermieri».
Il nuovo ruolo – a metà strada tra operatore socio sanitario e infermiere – viene introdotto mentre il sistema sanitario nazionale è già al collasso. Anziché investire sulla valorizzazione dei professionisti, si ricorre ancora una volta a scorciatoie che ne compromettono la qualità.
«Assistente di chi? – prosegue con amarezza De Palma –. Se mancano 175mila infermieri, è chiaro che questa figura nasce unicamente per tappare i buchi, non certo per migliorare l’assistenza. È l’ennesima “toppa mal cucita” su una sanità che fa acqua da tutte le parti. E intanto i progetti veri, come l’infermiere di famiglia e comunità, diventano chimera».
Nursing Up ribadisce che l’accordo Stato-Regioni, da cui scaturisce la misura, deve essere sospeso immediatamente. «Ci stupisce il silenzio assordante della nostra Federazione, la FNOPI – incalza De Palma –. Ancora una volta non prende posizione. Per noi è in gioco la credibilità dell’intera professione».
L’introduzione dell’assistente infermiere rischia infatti di spaccare la sanità in due: da una parte i nuovi infermieri con laurea magistrale a indirizzo clinico, dall’altra operatori di supporto che verranno di fatto impiegati come sostituti di chi manca.
«È un paradosso senza se e senza ma – conclude De Palma –. Si continua a costruire un sistema confuso, frammentato, senza alcuna visione. Noi continueremo la nostra battaglia per un’assistenza di qualità, con infermieri veri, competenti, formati. E con il coraggio di dire no a scorciatoie pericolose».
Nursing Up ricorda che, proprio il 18 giugno, giorno della firma del CCNL 2022/2024, nella nota verbale ufficiale allegata alla sottoscrizione, ha espresso la propria ferma contrarietà all’inserimento della figura dell’Assistente infermiere.
La nota – già annunciata verbalmente in sede di trattativa – contesta apertamente il riconoscimento contrattuale della figura, definendolo «gravemente lesivo per la professione infermieristica e potenzialmente dannoso per la qualità dell’assistenza».
Il sindacato denuncia la violazione della Direttiva europea 2013/55/UE, che stabilisce standard minimi formativi per l’esercizio delle funzioni infermieristiche (almeno tre anni universitari o 4.600 ore di formazione teorico-pratica), e sottolinea il grave rischio di dequalificazione del ruolo.
Viene messo in evidenza che Nursing Up ha fatto l’impossibile nel corso delle trattative per far revocare l’inserimento della clausola che sostanzia la nascita dell’assistente infermiere, ma ha trovato la ferma opposizione delle Regioni.
E’ apparso evidente, quindi, il vero e proprio muro alzato dalle istituzioni centrali e locali, per lasciare tutto com’è. Nursing Up, però, non si arrende e continuerà la propria battaglia contro l’assistente infermiere.
«Per noi – si legge nella nota verbale del Nursing Up – è inaccettabile attribuire attività cliniche a personale privo di requisiti minimi .
Ecco perché promuoveremo ogni azione consentita, istituzionale e politica, a questo punto in sede europea, quindi attraverso canali sovra-nazionali, per chiedere la sospensione dell’accordo Stato-Regioni, del DPCM che lo recepisce, e la rimozione di ogni riferimento alla figura dell’Assistente infermiere dal contratto appena firmato».
