L’Alto Vicentino rimane senza rappresentanti in Regione Veneto. E solo la mano generosa del governatore Luca Zaia, potrebbe aprire le porte del consiglio regionale ad Andrea Cecchellero o a Ilenia Tisato, nel caso in cui i tre candidati che li precedono nelle due liste, venissero eletti assessori. Per la scledense Ilenia Tisato (2.094 voti), lo scranno sarebbe suo se Roberto Ciambetti, ex presidente del Consiglio Regionale (residente in provincia di Vicenza), diventasse assessore. Per aprire le porte di palazzo Balbi ad Andrea Cecchellero (2.646 voti) invece i posti da assessore dovrebbero essere due e andare a Nicola Finco e a Manuela Lanzarin, che lascerebbero spazio a lui e a Milena Cecchetto, che lo precede nella graduatoria.

Ci vorrà ancora una decina di giorni per conoscere la composizione della giunta, ma quel che è certo è che l’Alto Vicentino ne esce molto male. Complice anche la spaccatura tra sindaci del territorio, che divisi in frange nettissime tra destra e sinistra e a loro volta in sottofrange che supportavano i diversi candidati, non sono riusciti a far convergere i voti in un nome unico, in grado di rappresentare non una bandiera politica ma un territorio popolato da oltre 200mila persone. Solita storia.

Potrebbe anche essere la volta per i vertici della Lega alto vicentina di fare un esame di coscienza e fare un dignitoso passo indietro. Perché le carte da giocare sono state lanciate sul tavolo alla rinfusa, senza una strategia e dimostrando mancanza di polso all’interno del partito nel quale, molti militanti, militano come soldatini ormai da anni. Ecco quindi che l’ex sindaco di Posina Andrea Cecchellero e l’ex consigliere regionale Murizio Colman sono finiti nella stessa lista, quella di Matteo Salvini. Eletto al quarto posto il primo e al sesto il secondo e subordinando la presenza in Regione di Cecchellero alla nomina di due assessori, entrambi della provincia di Vicenza. Era chiaro che partissero svantaggiati con i sondaggi che parlavano chiaro da tempo.

Carte giocate male anche dal Pd e dalla sinistra dell’Alto Vicentino, troppo frammentato da non riuscire ad individuare un candidato unico nel territorio sul quale far convergere i voti.  Consiglieri ce ne sarebbero stati, da Carlo Cunegato, che coi i suoi 5.810 voti è stato il più votato, ma anche la scledense Giulia Andrian ed il sindaco di Sarcedo Luca Cortese. Niente da fare, ancora una volta, e lo ha denunciato anche lo stesso Arturo Lorenzoni commentando la sconfitta della coalizione, hanno prevalso le spaccature. Un inutile dispersione di voti per le solite beghe interne che il Pd non potrebbe permettersi visto come sta da sempre in Veneto.

Individualismi, egocentrismi, sterili partigianerie all’interno di un centro sinistra che sta agonizzando, che non riesce a decollare con i consensi e che non si sarebbe assolutamente potuto permettere tanto egoismo.

Qualcuno avrebbe dovuto pensare davvero al territorio e non al proprio tornaconto e adesso rimangono aperte alcune questioni.

In primis tutti i problemi legati al depotenziamento dell’ospedale Alto Vicentino, per il quale i sindaci potrebbero trovarsi a doversi battere da soli, con di fronte una Regione che continua a non avere un interlocutore diretto che rappresenti il territorio.

Anna Bianchini

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