Autonomia, flat tax, riduzione carico fiscale e una grande attenzione per la manovra economica. Rimangono invariati gli argomenti principali per i quali ora gli onorevoli della Lega si batteranno dai banchi dell’opposizione. “Senza sconti, mettendocela tutta”, dicono Silvia Covolo ed Erik Umberto Pretto.

Sono proprio loro, i deputati, quelli che alla fine, dalla caduta del governo e dal rimescolamento di posizioni tra gli scranni di Roma, hanno salvato la poltrona con maggiore dignità. Senza proclami, a parte qualche post su Facebook a sostegno del loro Capitano.

Sbalzati dall’altro lato del Parlamento, or dichiarano ‘guerra’ al nuovo governo, che li ha spiazzati e per il quale si dicono “increduli che si sia formato”.

“Sono stupefatta di quello che è successo perché ho sempre visto Pd scontrarsi con 5 Stelle, ho assistito a tantissimi battibecchi in aula tra i 2 gruppi che hanno siglato l’accordo – ha commentato Silvia Covolo – E’ un’alleanza innaturale, sono incompatibili anche a livello di idee, non so come faranno a lavorare insieme. Penso si siano dimostrati interessati più a spartirsi i posti e i sottosegretariati che non attenti al programma e a i punti. Da parte mia c’è molta amarezza per quanto scritto nel programma di governo e che non abbiamo potuto portare avanti a causa dei troppi ‘no’ dei pentastellati. Non si sa che fine farà l’autonomia con il nuovo esecutivo, mi dispiace molto per il grande lavoro fatto dal ministro Erika Stefani”.

Silvia Covolo non risparmia le critiche dirette ai 2 gruppi: “Mi chiedo come faranno gli esponenti del Pd, che hanno un certo spessore ed una preparazione politica notevole, ad andare d’accordo con i 5 Stelle, che non hanno cultura politica, che vogliono ridurre tutto a sussistenza e assistenzialismo statale e durante i dibattiti in aula scendevano a battibecchi di bassissimo spessore – ha continuato la deputata, ex sindaco di Breganze – La nuova coalizione molto assoggettata ai diktat europei più che alle aspettative del popolo italiano. Vigileremo con attenzione soprattutto nei confronti di Germania e Francia, che da sempre hanno avuto un atteggiamento egemonico verso il nostro paese. Eravamo convinti di andare ad elezioni, non ci aspettavamo una convergenza di centrosinistra, variabile che non era prevedibile se non fosse stato per Matteo Renzi, che ha spiazzato tutti. Io vedevo l’astio tra i Pd e i 5 stelle, li vedevo su fronti contrapposti, con il Pd molto più aggressivo verso di loro che non verso Lega e il centro destra”.

Alla domanda ‘perché Salvini ha fatto cadere il governo’, la risposta è secca: “Ci aspettavamo che il governo cadesse sul decreto sicurezza bis e invece i 5 Stelle lo hanno approvato – ha spiegato Covolo – Il giorno dopo però, con le mozioni sulla Tav, Toninelli e i suoi hanno ribadito il ‘no’ all’opera, rimanendo isolati contro tutti i presenti. Salvini ha capito che avrebbero continuato a dire no a tutto, aveva già capito la difficoltà di portare avanti gli accordi con questa forza politica. La stessa Erika Stefani era sconfortata, perché ad ogni incontro i pentastellati se ne uscivano con contestazioni nuove. Salvini era consapevole di non poter portare a casa risultati, non avrebbe avuto senso continuare per 4 anni a battibecchi, senza portare a casa nulla. Dopo le europee e l’ultima tornata elettorale il clima era diventato insostenibile e c’erano scontri quotidiani. Speriamo non revochino il decreto sicurezza bis, se lo facessero sarebbe segnale di incoerenza ed incapacità dei 5 Stelle. Sinceramente non vedo la situazione come una sconfitta, fa parte degli equilibri costituzionali dei quali è garante il presidente Sergio Mattarella. Anche il nostro governo non era uscito già finito dalle urne, ma era mìnato con un accordo tra 2 forze che da sole non avevano maggioranza. Salvini era convinto che non ci fossero maggioranze alternative e che si andasse al voto. Da tempo – ha concluso – la nostra base ci diceva di lasciare i 5 Stelle. Molti ministri grillini non ci davano nemmeno risposte, erano disinteressati alle istanze del nostro territorio, era davvero impossibile proseguire”.

La pensa nello stesso modo Erik Umberto Pretto, che sarà presente anche lui il 19 ottobre a Roma alla manifestazione di piazza organizzata da Salvini.

“Oggettivamente ultimi mesi di governo sono stati molto difficili – ha spiegato – Forse a causa del notevole aumento di consenso da parte della Lega hanno cominciato ad acuirsi le tensioni. Da lì sono aumentati i ‘no’ su varie tematiche di nostro interesse e questo ha molto rallentato le attività di governo, che secondo noi invece dovevano essere velocizzate. Non era possibile andare avanti, Salvini ne ha preso atto. A lui dobbiamo molto, è il segretario federale che ha preso in mano un partito che era sotto il 4% e lo ha fatto alzare. Passare all’opposizione è un’esperienza che per me ricalca quanto già vissuto a livello amministrativo. Essere in maggioranza affascina perché dai concretamente un indirizzo, dall’altra parte in opposizione puoi crescere e rafforzarti perché con meno mezzi devi darti da fare al meglio. La nostra sarà un’opposizione duplice, saremo molto attenti nel valutare tutte le tematiche, anche in commissione non solo in sede parlamentare. Porteremo avanti le istanze che raccogliamo sul territorio anche grazie al coordinamento di partito. L’autonomia – ha concluso Pretto – è un argomento condiviso da tutte le forze politiche. Ultimamente vedo che in Veneto anche il Pd si sta battendo per ottenerla per cui mi auguro che spingano nelle sedi opportune ora che sono al governo loro”.

Anna Bianchini

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