Ancora nubi sul fronte autonomia, con il leader leghista e vice premier Matteo Salvini, spalleggiato dal governatore del Veneto Luca Zaia, che ufficialmente spinge per un risultato e dall’altro lato Luigi Di Maio, co-vice premier, che parla ancora di paese di serie A e di serie B, con un chiaro riferimento a nord e sud Italia.

Si avvicinano le Europee e Salvini sa bene che, se al sud sta mietendo consensi a non finire, al nord le cose cominciano a scricchiolare. Il che conta poco, sulla scacchiera dei grandi numeri, con il centro sud che ‘pesa’ molto più del nord. Da qui è facile intuire il motivo delle frequenti visite del ‘Capitano’ verso tacco e punta dello stivale mentre la sua presenza al nord si limita a presenze e slogan che ormai fanno breccia solo sui fedelissimi.

“Il Movimento 5 Stelle sarà garante della coesione nazionale”, ha commentato Di Maio, lasciando intendere che di gestirsi le competenze autonomamente non se ne parla proprio. Sanità e Scuola, per i pentastellati, non si toccano. Questi gli argomenti portati sotto i riflettori, perché sono gli unici che possono essere ‘toccati’ con mano e compresi dagli elettori. Le altre competenze, che economicamente valgono anche di più, non vengono quasi menzionate, probabilmente perché troppo ‘difficili’ per la comprensione dell’elettore medio. Il che, del resto, è comprensibile, perchè nonostante il popolo venga illuso di poter intervenire su tutto, in realtà la politica è fatta di materie e competenze che si devono studiare.

Ma il fatto è, che se ai comizi del nord Salvini parla di autonomia, auspicando che il CDM la approvi al più presto, ai comizi del centro-sud nessuno ha mai sentito pronunciare la parola ‘autonomia’. Al contrario, tra un arancino e un’oratina fresca, il leader del Carroccio ha sbandierato un amore per la Patria ed una condivisione di intenti che Garibaldi in confronto era un dilettante.

In un’intervista alla Stampa, in merito all’autonomia differenziata, Salvini ha dichiarato: “I Cinque Stelle si devono mettere d’accordo tra di loro. Il problema è che cambiano idea troppo spesso. Non solo in questo caso, ma anche sulla flat tax, sull’immigrazione o sulle autonomie. Non si può dire contemporaneamente sì, no e forse. Se poi Di Maio ha un modo per sistemare scuole e strade senza enti intermedi sono pronto ad ascoltarlo. Però mi secca lavorare settimane per scoprire che hanno una nuova opinione”.

Dal canto suo Luca Zaia, unico vero aspirante alle autonomie regionali, dalla sua pagina Facebook ha lanciato l’ennesimo messaggio di ‘spinta’ diretto al suo leader Salvini: “La storia del ‘Paese di serie e A e di serie B’ o della ‘secessione dei ricchi’ sta diventando una scusa inutile. Basta aver letto la bozza di intesa per vedere che ci sono tutte le garanzie. Pensare che si possa continuare a buttare la palla a fondo campo e procrastinare, è una modalità che non ci piace. E non credo neanche che l’autonomia debba diventare oggetto di scontro politico perché, visto e considerato che i 5 Stelle si richiamano spesso a Rousseau, alla democrazia rappresentativa, alla ‘democrazia digitale’, al ‘popolo che deve decidere’, la sintesi gliela abbiamo già fatta noi, sgrezzando il lavoro. È già stato tolto, infatti, tutto quello che è dibattito politico, perché i cittadini si sono già espressi con referendum in Veneto e Lombardia. La storia del paese di serie e A e di serie B sta diventando ormai una scusa che non serve a nulla nel negoziato giuridico e costituzionale sull’autonomia. Ci sono già tutti i correttivi, tutte le garanzie, nell’intesa. Ma è anche vero che non possiamo accettare che si continui a dire che questo è la secessione dei ricchi o un atto di egoismo. Noi abbiamo fatto un progetto, da persone perbene, rispettando la Costituzione. È un progetto che vuol fare ripartire non solo il Veneto ma l’intero Paese. Se qualcuno continua a guardare il dito mentre gli si indica la luna, non sappiamo davvero più cosa dirgli. L’autonomia, volenti o nolenti, costituirà una pagina di storia di questo Paese, chi ha delle perplessità sbaglia perché così rischia di far scrivere questa pagina di storia a qualcun altro. Perché il percorso è avviato e nessuno lo fermerà più. Il Consiglio dei Ministri perciò mandi subito avanti un’intesa, discutiamo dei dettagli su cui si deve discutere ma si vada avanti. Non è più tempo di scuse”.

Anna Bianchini

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