Sono in vigore da oggi le disposizioni del nuovo DPCM, firmato nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio, che introducono nuove strette sull’asporto, colpendo il solito bersagliato settore dei servizi di ristorazione, e apportano ulteriori modifiche alle norme sugli spostamenti. Unica nota lieta la riapertura dei musei nelle zone gialle. Le nuove disposizioni rimarranno in vigore fino al prossimo 5 marzo.

È stato inoltre emanato un nuovo Decreto Legge per prorogare fino al 30 aprile lo stato di emergenza in conseguenza della «dichiarazione di emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale» da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).

Negli allegati al nuovo Dpcm vengono esposti i parametri necessari per definire lo stato di rischio delle Regione, così da poter stabilire il colore dell’area.

Il Veneto resta in zona arancione, anche se mantiene un Rt inferiore a 1, causa l’alto tasso di ospedalizzazione, che è comunque il sesto a livello nazionale, e dovrebbe mantenere la collocazione e le conseguenti misure per almeno due settimane.

Insieme al Veneto, passano in zona arancione Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta, che si aggiungono a Calabria ed Emilia-Romagna.

Diventano zona rossa invece la Lombardia, la Sicilia e provincia autonoma di Bolzano. Le rimanenti regioni, ovvero Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana e provincia autonoma di Trento si collocheranno invece zona gialla.

Nella nostra Regione rimarranno quindi sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), mentre nessuna restrizione è prevista per la ristorazione con consegna a domicilio. Fino alle 22.00 sarà consentita la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto, ma non per i bar. Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina) e 47.25 (commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati) l’asporto sarà consentito esclusivamente fino alle 18.

Gli altri esercizi commerciali possono continuare a rimanere aperti, con i consueti orari, mentre torneranno a chiudere nelle giornate festive e prefestive i centri commerciali, ad esclusione dei negozi di alimentari, farmacie, parafarmacie, tabacchi e edicole al loro interno.

Finché si rimarrà in zona arancione troveremo chiusi anche i musei e le mostre, e non potremo allenarci in palestra o in piscina. Restano aperti i centri sportivi, ma non gli impianti sciistici.

Ancora attivo il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00 del mattino, fatti salvi i soliti motivi di necessità, lavoro o salute, e il rientro ai luoghi di residenza, domicilio o abitazione. Viene confermata la novità del Dpcm di Natale che consentiva nei piccoli comuni fino a 5mila abitanti gli spostamenti in un raggio di 30km, anche in un’altra regione, fermo il divieto di spostamento nei capoluoghi di provincia.

Confermata anche la possibilità di spostarsi tra le 5.00 e le ore 22.00 verso un’altra abitazione privata abitata che si trova nello stesso Comune, a un massimo di due persone, ma una sola volta al giorno, anche accompagnandosi con i minori o i disabili conviventi. Persiste il divieto di raggiungere le seconde case.

Nelle scuole ripartirà da lunedì 18 gennaio la didattica in presenza, che sarà limitata al 50% per gli studenti delle scuole secondarie.

Va molto peggio alle Regioni in zona rossa, in cui viene vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune e in qualsiasi orario salvo le comprovate esigenze o necessità. Anche in zona rossa valgono comunque le deroghe già descritte per i piccoli comuni e per le visite a parenti ed amici, con i limiti già detti.

Nelle regioni considerate a più alto rischio tornano a chiudere i battenti le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione degli alimentari e delle attività di vendita di generi di prima necessità, mentre restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiudono invece i centri estetici.

Restano aperte scuole dell’infanzia, elementari e la prima media, mentre tutti gli altri studenti dovranno di nuovo attrezzarsi per la Dad.

Sono sospese tutte le competizioni sportive salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e dal Cip ed anche le attività nei centri sportivi, mentre si potrà svolgere attività sportiva all’aperto in forma individuale.

Più blande le misure nelle zone gialle, dove tornano ad aprire le attività dei servizi di ristorazione, ma solo dalle 5.00 alle 18.00 e con i limite di quattro persone per tavolo, a meno che non siano tutti conviventi. Rimane invece fermo il divieto del consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Anche in zona gialla chiusura alle 18 per i bar, che non potranno più effettuare asporto.

Nelle zone gialle riapriranno finalmente i musei, ma solo dal lunedì al venerdì e a condizione che venga garantita una modalità di fruizione tale da evitare assembramenti; rimangono ancora chiusi cinema e teatri.

Vale per tutti il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, che resterà in vigore fino al 15 febbraio.

Una novità del nuovo decreto è l’introduzione della zona cosiddetta bianca, dove si tornerà alle misure del periodo estivo, quindi si potrà circolare liberamente e con il solo obbligo di indossare la mascherina e mantenere il distanziamento. Si collocheranno nell’area bianca le Regioni con un livello di rischio “basso”, determinabile quando l’incidenza dei contagi raggiungerà il limite minimo di 50 casi ogni 100.000 abitanti, mantenendolo per tre settimane. Con l’andazzo attuale l’obiettivo sembra ancora lontano, ma i vaccini ci danno una rinnovata fiducia.

Fabrizio Carta

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