Pugno duro da parte della Regione Veneto e degli amministratori locali, che non perdono occasione in ogni momento della giornata di rivolgere appelli alla cittadinanza per fare capire quanto la situazione sia drammatica con il Coronavirus.

In mattinata la Regione Veneto ha disposto la chiusura di tutti i mercati, dato che fino a stamattina, al mercato di Schio si registravano assembramenti di persone incuranti delle disposizioni del governo di Roma. Governo che ha parlato chiaro sulla situazione italiana che ha bisogno di fermare i contagi e che sta vivendo un problema sanitario con i posti in rianimazione e non solo, che non bastano più. La gente continua ad andare a fare la spesa, anziani in giro e famiglie che portano i bambini al parco giochi come se nulla fosse.

Sta avendo clamore nazionale la decisione del sindaco di Montecchio Maggiore Gianfranco Trapula, che è intervenuto duramente in inveendo contro propri concittadini che con prole al seguito hanno preso d’assalto i supermercati.

All’Ansa il primo cittadino del comune vicentino ha dichiarato “Abbiamo notizie di famiglie che si recano tutte insieme, bimbi compresi, a fare la spesa. Non è questo il modo corretto di comportarsi in questa fase di emergenza. Atteniamoci strettamente alle disposizioni del governo. Spostiamoci solo se necessario, manteniamo la distanza tra persone di almeno un metro, evitiamo gli assembramenti”.

A Creazzo il sindaco Stefano Giacomin ha disposto la chiusura di tutti i parchi cittadini, utilizzando il pugno duro che probabilmente ci vuole in questa fase di emergenza in cui la gente sta dimostrando inciviltà.

Rinviate a data da destinarsi per l’emergenza Coronavirus le celebrazioni per il centenario della fondazione Ana Monte Grappa, previste per il 17, 18 e 19 aprile, segnale questo che questo stato di emergenza e di ‘restrizione’ perdurerà ancora per diverse settimane. L’annuncio è arrivato dal presidente Giuseppe Rugolo che ha approfittato della comunicazione per fare un appello al buon senso e alla solidarietà di tutti in un periodo così delicato per l’intera nazione.

Coronavirus sull’Altopiano

Dopo la nascita della centrale operativa intercomunale per fermare il Coronavirus, che non ha risparmiato nemmeno l’Altopiano di Asiago, i sindaci si sono riuniti insieme ai rappresentanti delle forze dell’ordine. La centrale operativa è nata proprio per monitorare l’intero territorio perché questo virus, che sta mettendo in ginocchio il nostro paese, hanno detto i primi cittadini, si combatte anche così. Controlli a tappeto anche su chi possiede la seconda casa e che non deve assolutamente spostarsi se non per fare la spesa o andare in farmacia. L’Altopiano di Asiago, con i suoi 7 Comuni e altrettanti sindaci, sta dando la risposta più incisiva all’ultimo decreto governativo di Roma. Che la situazione fosse presa sotto gamba era diventato evidente nell’ultimo weekend, quando gli impianti sciistici sono stati presi d’assalto senza che venissero dispettate le elementari norme di sicurezza.

Schio e le fake news che complicano le cose

A complicare le cose ci si mettono gli imbecilli delle fake news. Ha un diavolo per capello il sindaco di Schio Valter Orsi, che ha promesso che ricorrerà alla Procura della Repubblica per denunciare chi ha divulgato un messaggio whatsapp in cui si preannunciava il sorvolo di più elicotteri sul territorio per spruzzare disinfettante. Il messaggio ha colpito chi è caduto nella bufala, in quanto riportava anche dei particolari, come l’orario fissato per le 23 per la ‘sterilizzazione’. Non appena è arrivato sul cellulare del primo cittadino, Orsi ha realizzato un video messaggio promettendo il suo impegno per individuare il responsabile. Sarebbe atto di civiltà, da parte di chi l’ha ricevuto, collaborare per l’identificazione del responsabile.

Nota del direttore

I social, specchio dell’inciviltà e dell’ignoranza

Basta entrare su semplici profili di normali cittadini, sui vari gruppi, di quelli che raggruppano i residenti di un paese o i vari ‘sei veneto se’, per leggere commenti che fanno venire i brividi. Utenti della rete che sembrano arrivare da Marte, che probabilmente non hanno mai sfogliato un quotidiano e non hanno mai acceso la tv, ma che trascorrono il loro tempo, troppo libero, delirando sui social. Nonostante l’appello del governatore del veneto Luca Zaia, che in questi giorni non ha usato mezzi termini per fare capire quanto sia delicata la situazione, che potrebbe portare persino ad un tracollo sanitario per l’assenza di medici e posti letto, si leggono ancora frasi che fai fatica ad attribuire a persone in carne ed ossa. “E’ una montatura mediatica…”, “i giornali hanno creato allarmismo per distruggerci…”, “E’ una banale influenza…”, “Ci vogliono schiavizzare rinchiudendoci in casa…”. Ma non finisce qui, su alcuni gruppi veneti frequentati da migliaia di followers, c’è chi ipotizza: “E’ una balla. Voi conoscete qualcuno che ha preso il coronavirus?” Bastano 3 risposte negative perché ci si convinca in massa che il virus di cui si parla in tutto il mondo non esista. E guai se qualcuno tenta di fare capire all’ignorante di turno che si sta sbagliando, che il coronavirus ha fatto morire delle persone e che molte altre si trovano in un letto d’ospedale. Guai ad invitarli solo ad accendere la tv: “Telegiornali di regime”, con risposte scontate e dal linguaggio omologato. “Tv e giornali sono in mano ad un regime che ci vuole fare credere a qualcosa che non esiste”, “Io non ci casco, non leggete i giornali e spegnete le televisioni e il virus sparirà”.

Il presidente della regione Veneto Luca Zaia, nell’ultimo punto stampa, ha invitato tutti a rimanere dentro casa.

I social in questo momento sono molto preziosi e costituiscono una risorsa di informazione importante, ma chi lo utilizza da ignorante è un pericolo perché oltre ad alimentare la disinformazione costringe le autorità a perdere tempo prezioso per dare risposta ad insensati deliri.

Anna Bianchini

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