L’autonomia si farà come da Costituzione e si chiamerà sussidiarietà.

Lo ha annunciato ai microfoni di Rai Radio 1 Francesco Boccia, ministro del Pd per gli Affari Regionali, che da quando è al governo non perde occasione per servire su un piatto d’argento stilettate a Luca Zaia e Attilio Fontana, governatori di Veneto e Lombardia, che da 2 anni attendono l’autonomia differenziata per avere più risorse da investire nei territori e ora, dovranno parlare direttamente di ‘sussidiarietà’.

“Faremo l’autonomia così come è scolpita nella Costituzione – ha esordito Boccia – Non la si decide su un territorio o un altro, la si decide insieme e rispettando la Costituzione. E la Costituzione va letta bene”.

Ancora una volta il ministro ha ribadito il suo punto di vista, che prevede un impegno serio alla lotta alle diseguaglianze.

“Non si può parlare di autonomia se non si declina la parola autonomia in sussidiarietà – ha continuato – L’autonomia non può essere un progetto unidirezionale. Se costruiamo un modello che fa dei livelli essenziali il primo punto e non l’ultimo forse ci capiamo. Anche io voglio l’autonomia, ma la chiamerò sussidiarietà”.

Zaia provocatorio contro il Sud e in accordo con Carlo Messina

Il governatore del veneto Luca Zaia, nel frattempo, continua la sua querelle con il sud Italia, Sicilia in primis. Dopo aver chiesto pubblicamente “perché l’autonomia della Sicilia va bene e quella del veneto no”, scatenando le ire del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano e aprendo uno schieramento nord contro sud che non si vedeva da decenni e che mal si concilia con il desiderio di Italia unita proclamato da Matteo Salvini, oggi Zaia si è scagliato contro Pd e Movimento 5 Stelle, colpevoli a suo dire di avere creato “un’asse contro l’autonomia”.

Zaia ha dichiarato: “L’ex ministro per il Sud Barbara Lezzi (M5S), dopo aver ammesso di aver bloccato l’iter per l’autonomia del Veneto, ha dichiarato che ci sarebbe una Regione che tiene fermi 180 milioni di euro di fondi nazionali 2000-2006 per il Sud, e che questo è uno spreco. Tuttavia la Lezzi non rivela il nome di questa Regione. Eh no, io credo che cittadini ed amministratori abbiano diritto di sapere subito qual è questo Ente e perché li tenga ancora su un conto corrente. La Lezzi ha il dovere non solo morale, ma istituzionale, di essere trasparente. Tacere è una cosa del tutto inaccettabile, proprio nel giorno in cui il suo successore Giuseppe Provenzano (PD) scopre gli altarini affermando che l’#autonomia di Veneto e Lombardia è stata fermata proprio dall’ex ministra dei 5 Stelle, e che lui ha molto apprezzato la cosa. Oggi ci viene rivelata appieno la continuità tra Lezzi e Provenzano a scapito delle legittime richieste di autonomia. Per noi autonomia è buona amministrazione e in nome di questo principio chiedo formalmente e pubblicamente che sia resa nota la Regione che, come la stessa Lezzi dice di aver verificato, conserva integri ben 180 milioni di euro di fondi erogati oltre dieci anni fa. Il nome deve essere fatto e devono essere date chiare spiegazioni. Chi non lo fa non ha alcun interesse per il riscatto del Meridione e non può dare lezioni di buona amministrazione a nessuno, tantomeno a noi. Provenzano continua anche oggi con l’eterna favola che l’autonomia significa creare cittadini di serie A e serie B. Chiedo a lui: di che serie sono i cittadini di una regione che per anni non ha investito centinaia di milioni ricevuti? Noi crediamo nel riscatto del Sud così come ci credono tanti cittadini del Meridione che, con quei soldi, avrebbero potuto avere servizi degni di tale nome. Ammesso e non concesso che non finissero nel grande calderone degli sprechi di spesa pubblica. E forse è per questo che la foresta cresce anche al Sud ma che è ancora senza voce e guarda con attenzione al nostro modello di autonomia”.

Solo oggi Carlo Messina, Ceo di Intesa San Paolo, ha invitato il governo a non creare contrasto tra nord e sud identificando nelle Regioni settentrionali “la locomotiva che traina il Paese”. In accordo con il noto dirigente, Zaia ha commentato: “Il richiamo fatto oggi da Carlo Messina, in questo momento storico non può restare inascoltato. È l’analisi fatta da un uomo di visione, che conosce molto bene l’economia e la finanza. Il messaggio è chiaro: le regioni del nord sono ancora la locomotiva che traina il Paese. Sono, quindi, gli strumenti per la ripresa di tutta l’Italia ma vanno messe in condizioni di poterlo fare con gli strumenti necessari. Messina invita chiaramente il Governo a trovare temi comuni con le Regioni settentrionali se ha come priorità l’accelerazione della crescita – ha continuato Zaia – Ho letto che, addirittura, rimarca come non si può andare contro a quello che è il motore del Paese. È un segnale che va nella direzione delle nostre istanze, autorevole e di grande valore che sarebbe grave passasse inosservato. Il Veneto è la regione delle 600mila partite iva e dei 150 miliardi di Pil, è chiaro che può essere ancora la locomotiva ma deve essere messo in condizioni di poter partire. In questo frangente non può risentire del momento di anarchia a livello centrale. Deve ricevere le necessarie competenze per decidere in proprio dove è possibile. Fermo restando la solidarietà, la sussidiarietà, il principio di coesione nazionale – ha concluso il Governatore – autonomia non significa portar via qualcosa a qualcuno. Significa decidere in proprio. È necessario fare veloci perché rispettare i tempi dell’economia significa garantire occupazione e servizi ai cittadini. In poche parole la ripresa che tutti si augurano”.

Anna Bianchini

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