L’amore di un padre per la sua piccolina calpestato da tutti. Anche dalla donna che ama e che da sei mesi non gli fa vedere la bambina. “Sono disperato senza mia figlia, volevo farla finita”.
Ancora una storia di vendetta e disperazione, questa si svolge nell’Alto Vicentino, coi drammi che nascono quando due si separano e coi figli usati come un’arma di ricatto.

“In ottobre mi sono lasciato con la mia compagna, dopo una discussione banale”, racconta Ivan. Un nome di fantasia per tutelare il diritto alla privacy della sua piccolina. “Lo stesso giorno la mia ex se ne è andata, portandosi via nostra figlia di soli 4 mesi”. Una giornata che entrambi i protagonisti di questa vicenda faticheranno a dimenticare. L’inizio dell’inferno per questo padre, arrivato dall’est Europa anni fa per crearsi un futuro. Casa, famiglia, figli da crescere: sogni che accarezzava e che, con l’arrivo della piccolina, sentiva di avere coronato. Ma che ora sente di avere perso.
“Mi viene negato di fare il papà: ma io lo sono – continua Ivan- E nonostante sia stato disposto che io possa vedere la bambina, sono più di sei mesi che non la vedo. Non la posso abbracciare, vederla crescere”.

Mesi nei quali l’uomo ha toccato il fondo. Solo contro tutti, soprattutto contro la famiglia di lei che vorrebbe cancellarlo dalla faccia della Terra. Perché “sei uno straniero”, con la suocera che non lo ha mai accettato e che ora più che mai fa di tutto per mettere un muro tra la nipotina ed il genero. “Non torneranno mai da te, mettitelo in testa e sparisci”, una frase che l’ha distrutto, soprattutto perché detta nel silenzio della ex compagna. Portandolo a minacciare di togliersi la vita, a pochi passi da quella casa dove la bambina gli veniva tenuta nascosta. Un gesto estremo che stava per compiere, bloccato in extremis dai carabinieri.


Solo. E’ un papà che non può stringere a sé l’affetto suo più caro. Non può cullare la piccolina, cantarle le ninna nanne, sorriderle. Ma la ama come non mai, cercando di starle vicino quanto più possibile. “Ho dormito tre mesi al freddo sotto casa loro per stare vicino, anche se non a contatto di pelle con la mia ‘principessa’ e alla mia ex compagna, che amo. L’amore che ho per loro due mi fa tirare avanti”.

Nel frattempo lui ha perso il lavoro, poi il permesso di soggiorno. L’unica cosa che lo ‘legava’ alla sua ex le rate della macchina presa assieme. “Pur di pagarle e non fare arrivare debiti a lei, ho vissuto in casa senza acqua, luce e gas – continua nel suo disperato racconto questo padre – Poi i soldi sono finiti, non potevo dare più nulla per la bambina”.

Da papà a nullità. Così si sentiva Ivan e dalla famiglia di lei non mancavano mai nel ricordarglielo. “Non ne potevo più e ho chiesto aiuto ai servizi sociali – racconta– Sono riuscito ad ottenere degli incontri. Ho potuto finalmente riabbracciare la mia principessa”. Ma è durato poco. Manciate di minuti sotto l’occhio vigile e carico d’odio della suocera, finiti un paio di volte con spintoni e botte nei suoi confronti.

“Ora sono 6 mesi che non vedo e non so niente di mia figlia – conclude papà Ivan, che non ha nemmeno foto della bambina dove trovare consolazione – La mia ex non sta rispettando le regole del giudice. Voglio solo vedere mia figlia, non chiedo altro. Se poi col tempo ci sarà la possibilità di tornare con la mia ex compagna va bene, perché sono ancora innamorato di lei. L’amore che provo per le due donne della mia vita,  nonostante tutto quello che mi ha fatto, va oltre”.

Giuseppe Scarcella

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