Il caos creato dai no vax rischia di mandare ‘in tilt’ le case di riposo, tanto che “il Prefetto di Vicenza si è impegnato a raccogliere le istanze e portale al governo”.

Anche al Muzan di Malo infatti si contano operatori che hanno rifiutato di vaccinarsi e ora, in attesa che spieghino le motivazioni, che si valuti la sospensione dal lavoro o che, come auspicano i dirigenti, cambino idea e decidano di sottoporsi all’inoculazione del siero anti covid, c’è la paura che in caso di ‘stop’ del lavoro a contatto con gli anziani ci sia una ripercussione nei serivizi.

Lunedì 24 maggio rappresenta una nuova tappa verso la normalità anche per le Rsa, ma non è una passeggiata in discesa, come ci si sarebbe aspettati. Tutt’altro. Perché ci sono operatori che si ostinano a rifiutare il vaccino e che non potranno quindi prendere servizio a contatto con i più fragili. Operatori che, come prevede un decreto-legge del governo, potranno essere sospesi dal lavoro, con l’ovvia conseguenza di trovarsi a gestire carenza di personale.

“Anche al Muzan ci sono operatori che non si sono vaccinati – ha spiegato Annalisa Bergozza, direttore del Muzan di Malo – Le Ulss 7 e 8 stanno inviando a tutti gli operatori non vaccinati una lettera che invita tutti i dipendenti a comunicare entro 5 giorni il motivo della mancata vaccinazione e viene fornita l’indicazione per procedere con la vaccinazione. Abbiamo inviato delle comunicazioni prefetto, assieme ad altri enti, per segnalare la problematica. Come datori di lavoro dobbiamo capire come attuare la sospensione”.

Il problema della sospensione dal lavoro è infatti fondamentale, tanto che Giuseppe Sola, presidente de La Casa di Schio, nei giorni scorsi aveva dichiarato con sconforto “Non posso mettere tutti i dipendenti no vax a lavorare al centralino”, facendo chiaramente capire che caos si rischia di generare all’interno delle rsa.

“Non è ancora chiaro quali siano le possibilità che abbiamo, se ci sia, ad esempio, il rischio di rientrare nella sospensione di servizio pubblico – ha continuato Annalisa Bergozza – Il Prefetto si è impegnato a raccogliere le istanze e portarle al governo. Va evidenziata la sensibilità dimostrata da parte del prefetto sul tema e l’attenzione con la quale sta seguendo l’evolversi della situazione. Non sembra venga modificato il decreto-legge e quindi ogni struttura dovrà valutare come attivarsi se sospendere il dipendente o in quale altro modo intervenire. È evidente che deve essere fatta chiarezza su alcuni punti che in questo momento rendono difficile l’applicazione. È importante sottolineare che dal momento in cui scatta l’obbligo di sospensione, la nostra priorità va concentrata sulla tutela degli ospiti e dei servizi. Aspettiamo di capire i chiarimenti richiesti sulla modalità di applicazione del decreto-legge per poi intervenire”.

Nel frattempo, le rsa riapriranno e sarà concesso anche il contatto fisico. A patto che i visitatori abbiano il ‘green pass’, cioè un certificato che comunica l’avvenuta vaccinazione o l’esito del tampone negativo nelle 48 ore precedenti alla visita.

“A differenza di quanto previsto in precedenza, la parte rilevante indicata nell’ordinanza riguarda il contatto fisico – ha sottolineato il direttore del Muzan – In precedenza, avevamo circa 90 colloqui a settimana, che avvenivano in spazi aperti con tavolino e plexiglass con la garanzia della distanza. Il numero dei colloqui è lo stesso ma viene data la possibilità di togliere il tavolino e di avere il contatto fisico. Devo dire che abbiamo notato un grande senso di responsabilità da parte di chi viene a visitare gli ospiti. C’è chi cerca i piccoli contatti, la stretta di mano, chi invece preferisce mantenere il tavolino e la distanza e muoversi a piccoli passi, con prudenza. Mi preme evidenziare un servizio che l’Ulss ha messo a disposizione di chi deve recarsi nelle Rsa – ha concluso Annalisa Bergozza – C’è la possibilità di avere da parte della Rsa un modulo che permette di presentarsi in uno dei punti prelievo dell’Ulss per effettuare il tampone che se con esito negativo, permetterà di entrare nelle Rsa anche se non vaccinati”.

Andrea Nardello

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