Assume le sembianze di una partita a scacchi, tra Regione Veneto e Governo, il ‘Caso Pfas’. Nuova mossa di Zaia che, in diretta facebook, annuncia di fissare a livello regionale i limiti di produzione dei Pfas: ” Da oggi il Veneto fa scuola a livello nazionale e traccia la strada ad un Governo che ha detto che il problema è soltanto nostro e non in realtà di mezza Italia”.

Un oggi che sarà un domani, perché la delibera della giunta Zaia con la quale vengono fissati i nuovi limiti regionale, dovrà prima passare l’esame della Commissione Ambiente e poi, calendarizzata per la settimana prossima,  per ottenere il via libero definitivo.
Questi i limiti approvati oggi dalla giunta della Regione Veneto:  per tutto il territorio veneto 90 nanogrammi per litro di pfas nelle acque potabili, con una concentrazione massima di 30 nanogrammi per litro di pfos. Nei comuni della ‘zona rossa Pfas’, dove vivono 200 mila persone viene fissato il limito di 40 nanogrammi per litro dei Pfoa e, secondo un principio id precauzione, viene portata a 300 nanogrammi per le sostanze perfluoalchiliche a catena corta, ovvero quelle sostanze alternative che hanno minori probabilità di accumularsi nell’uomo e negli animali, ma che si concentrano comunque nel terreno entrando indirettamente nella filiera alimentare.

“Con questi limiti la regione del Veneto è l’unica che si muove, ed è inconcepibile che a livello nazionale non agiscano concretamente. L’acqua è un bene prezioso e coi limiti che abbiamo deliberato, nella ‘zona rossa’ dei Pfas avremo il limite mondiale più basso – ha dichiarato Zaia – Imporremo un filtraggio più aggressivo in Veneto che i Consorzi dovranno adottare, sono tutte strutture pubbliche e per questo stanzieremo i fondi necessari per coprire i costi, circa 1 milione di euro: soldi pubblici che chiederemo indietro a chi verrà condannato per l’inquinamento, secondo il principio del chi inquina paga”.

Presente all’annuncio di Zaia anche l’assessore regionale alla sanità che in merito agli screening del sangue ha precisato: “Proseguono regolarmente, seguendo un principio di gradualità del rischio, per un totale di circa 350 mila persone”.

Anche Nicola Dell’Acqua, direttore generale di Arpav e chiamato da Zaia a coordinare la Commissione Ambiente e Salute,  ha parlato oggi in merito ai Pfas: “Pur accogliendo positivamente le considerazioni di Greepeace sui limiti posti in Veneto per quanto riguarda le sostanze perfluoro-alchiliche, perché riteniamo siano formulate in senso costruttivo, è opportuno però sottolineare che le nostre misure sono in ogni caso più restrittive anche di quelle della Svezia- continua Dell’Acqua – Greenpeace infatti porta come esempio i limiti della Svezia che sono pari a 90 nanogrammi per litro, ma per tutti i Pfas. In Veneto, viste le problematiche specifiche che riguardano i sottotipi Pfos e Pfoa, per queste sostanze i limiti posti sono molto più bassi. In altre parole tenendo sempre la Svezia come esempio, lì i valori per i Pfos e i Pfoa possono essere comunque di 90 n/l, da noi i Pfos non potranno superare i 30 n/l che il valore più basso al mondo e i Pfoa i 60 n/l che è uno dei limiti più restrittivi fra quelli finora imposti a livello internazionale”.

P.V.

 

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