La bandiera del popolo veneto non sarà più di uso ‘esclusivo’ della Lega della Serenissima, ma sarà accostata anche al simbolo del Pd.

Giacomo Possamai, consigliere dem, già a settembre del 2020, in occasione delle elezioni regionali, aveva dichiarato l’intenzione del suo partito di rivendicare lo stesso attaccamento al territorio e l’amore per il Veneto della compagine di destra. Con il capo chino di chi sa che c’è un lungo percorso da fare per rialzare la testa in una regione che ha eletto l’ultimo governatore con voto schiacciante, Possamai aveva da subito ammesso gli errori del suo gruppo, quando aveva lasciato ‘via libera’ all’uso dello stendardo della Serenissima al partito avversario, senza avere la furbizia di fare altrettanto.

Da lì l’accostamento del leone dorato su fondo bordeaux ad una compagine precisa, che con astuzia ha compiuto un’operazione di marketing che ha dato i suoi frutti.

Ma Possamai, che di strategie se ne intende e ha una formazione politica che non include solo strategie e bilanci, ha capito la forza del ‘logo’ e, come promesso durante una conferenza a Zanè, lo scorso 14 settembre, assicura che il simbolo di San Marco sarà anche del Pd.

Una mossa che mira anche a superare, quanto meno con il colpo d’occhio, le ostilità di molti veneti ad un partito che è sceso sempre di più negli indici di gradimento, fino ad arrivare allo ‘schianto’ alle ultime elezioni.

Possamai vuole recuperare, partendo proprio dal simbolo del Veneto. “Una bandiera che storicamente indica un popolo aperto e colto, una repubblica democratica, cosmopolita e laica, che accoglieva non solo stranieri, ma anche liberi pensatori e monaci che altrove avrebbero trovato la morte.

“Quando la Lega ha accostato la bandiera del Veneto al suo simbolo, il mio Pd non ha avuto la furbizia di fare altrettanto – aveva dichiarato Giacomo Possamai – Li abbiamo lasciati fare senza protestare, senza rivendicare lo stesso diritto. Lo facciamo ora, con orgoglio”.

Una mossa che potrebbe trovare grande riscontro. Non solo perché la Lega veneta, a causa dell’atteggiamento aggressivo e non chiaro del suo segretario nazionale Matteo Salvini, non riesce già ad identificarsi nel partito nazionale guidato dai lombardi. Ma anche perché per il dopo Zaia ci  potrebbero essere grandi novità e non si esclude che i seguaci dell’attuale governatore, che non hanno mai nascosto di prediligere una linea più moderata .

“La Serenissima è modello di apertura, un territorio cosmopolita e colto – ha spiegato Possamai – Sono caratteristiche dei giovani veneti, di chi non inneggia contro il ‘nemico’, di chi sa accogliere e lavora per migliorare la propria condizione e quella della sua gente”.

A.B.

Possamai rivendica il simbolo del Veneto: “Accostiamolo a quello del Pd”

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