“La partita dell’autonomia non è finita ma non sarà possibile trattenere i 9 decimi delle imposte sul territorio”.

Non ha dubbi Andrea Giovanardi, professore thienese di diritto tributario e membro della commissione trattante a Roma per l’autonomia del Veneto.

A fianco del governatore Luca Zaia e a conoscenza dei meccanismi la politica e le leggi, Giovanardi ha spiegato i rallentamenti del percorso più caro ai veneti, che a 2 anni dal referendum non si sono ancora rassegnati alle scelte di Roma di mettere dei paletti lungo la strada dell’autonomia, ma dal suo punto di vista è ancora tutto possibile, perché a volte la partita si vince con il gol dell’ultimo minuto.

“La delegazione si muove all’interno della cornice giuridica istituzionale che oggi è a disposizione – ha spiegato il professore – Il mandato che abbiamo ricevuto è quello di ottenere più autonomia possibile in questo contesto”.

Un contesto che è segnato da una norma contenuta nella Costituzione, nell’articolo 116 comma 3, che stabilisce come alle Regioni a statuto ordinario possano essere concesse ulteriori forme di autonomia su 23 materie.

Fondamentali sono i teste da presentare al consiglio dei ministri, che poi dovrà sottoporli ad un confronto che precede un ‘sì’ o un ‘no’ e poi, via libera verso l’intesa che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta.

“Io sono un autonomista convinto – ha spiegato Giovanardi – Il percorso non è finito, la partita è ancora aperta e come nelle partite ci sono anche i tempi supplementari. Non hanno ragione quelli che dicono che l’autonomia è bruciata, noi andiamo avanti. Alle europee è arrivato un segnale netto al Movimento 5 Stelle, che sta ostacolando il percorso per l’autonomia e qui in Veneto una persona su 2 vota Lega. Le percentuali dimostrano una certa fiducia nel percorso della strada dell’autonomia che stiamo faticosamente percorrendo, ma i tempi della politica non sono quelli dei social o della stampa. Abbiamo ottenuto importanti risultati, a febbraio per la prima volta in un consiglio dei ministri è approdato un testo sull’autonomia differenziata con cui si era raggiunto l’accordo con il Mef. Purtroppoil consiglio non l’ha votato. 2 mesi dopo il ministro Erika Stefani ha presentato un altro testo presentato da Stefani. Finora si è parlato di più di materia finanziaria, si sta discutendo di risorse, la questione del divario nord-sud oggi è al centro del dibattito nazionale e non lo era da anni. Nel 2007 il Veneto aveva chiesto di far partire il percorso ma Roma non aveva nemmeno risposto, oggi non è più così, oggi la situazione non è così negativa”.

Brutte notizie per i 9 decimi delle imposte e per coloro che ci speravano, perché secondo Giovanardi non sarà possibile trattenerli.

“Da tecnico dico non si può pensare di portare a casa i 9 decimi dei tributi, e quindi,per muoverci in modo pragmatico, l’unico modo è che vengano concesse le 23 materie con il riconoscimento della spesa storica, spesa che lo stato sta già sostenendo in quelle competenze – ha continuato Giovanardi – In fase di avvio del percorso non si possono avere dei timori per gli equilibri fragilissimi della finanza pubblica italiana, perché stiamo parlando degli stessi soldi che vengono spesi oggi. Stiamo parlando di 3,7 miliardi l’anno per 23 materie di spesa storica, che non ci verrebbero corrisposti con un bonifico ma riconosciuti in compartecipazione. Dal 2008 a oggi sarebbero 235 milioni di euro l’anno, senza vincolo di destinazione”.

Giovanardi non condivide le preoccupazioni di chi ha accusato i veneti di volere un golpe, o la secessione dei ricchi.

“Il dibattito è aspro e le accuse che ci sono arrivate sono forti – ha spiegato – L’autonomia è responsabilizzazione. Se il nostro pil diminuisse le risorse sarebbero inferiori. Abbiamo imposto una clausola in cui, nel caso non si arrivasse poi ai fabbisogni standard in 3 anni, al Veneto sarebbe riconosciuta la spesa media (500milioni), ma è un modo per spingere ad accelerare il percorso”.

Anna Bianchini

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