O adesso o mai più. E visto che il contesto è quello perfetto, meglio darci dentro.

L’autonomia del Veneto, con le sue 23 materie, è approdata sul tavolo del Ministro degli Affari Regionali oggi, con una Erika Stefani, trissinese appena insediata, decisa ad esaudire le richieste del governatore Luca Zaia e della sua squadra, che si sono fatti portavoce di quella volontà popolare che a gran voce lo scorso 22 ottobre aveva scelto l’autonomia.

“La partita si può chiudere entro fine anno – ha esordito il presidente della regione dopo aver incontrato il Ministro – In merito alle richieste, non cambia nulla rispetto a quello che si era presentato al governo precedente, andiamo avanti sulla stessa linea”.

Sarà una “legge leggera” a garantire la velocità dei tempi. Una legge delega che dà mandato al governo di approvare singolarmente, con decreti legislativi, le materie per le quali si richiede l’autonomia e per le quali ora si aprono i tavoli tecnici.

“La virtuosità delle regioni è sotto gli occhi di tutti – ha risposto Zaia a chi gli ha contestato i costi per l’autonomia – Ci sono 30 miliardi di sprechi a livello nazionale, che devono essere tagliati”.
Quello per l’autonomia, sarà un cammino che vedrà procedere le singole regioni di pari passo, perché anche se il Veneto è stata la prima regione ad essere ricevuta a Roma dal Ministro Stefani, non ci saranno favori o favoritismi.

“Ognuna delle Regioni avrà l’autonomia che le spetta – ha spiegato Zaia – Lo diceva Einaudi già nel 1948 e non differenziava nord, dal centro o dal sud. L’Italia è uguale e tutti hanno gli stessi diritti. L’Italia sul disegno della Costituzione è uno stato federale, ma di fatto nella gestione è centralista – ha concluso il governatore – Veneto, Emilia e Lombardia hanno chiesto autonomia, ma ogni singola regione deve dialogare con Roma, in modo indipendente. Con questo ministro, la partita si può chiudere entro fine anno”.

A.B.

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