Monte di Malo è in subbuglio per l’arrivo di una quindicina di profughi proprio nel pomeriggio di ieri 9 luglio. Non sono certo passati inosservati, avvistati presso il giardino di una casa privata lungo la provinciale per Priabona. Alcuni testimoniano che hanno visto anche l’autobus che li ha fatti scendere proprio nelle vicinanze di quella abitazione privata.

 

Le voci sono circolate immediatamente e c’è stato subito chi ha chiesto spiegazioni al sindaco, Mosè Squarzon, che è letteralmente cascato dalle nuvole. E per lui non è stato decisamente un risveglio piacevole.

 

‘Non sono stato nemmeno avvisato – ha commentato con dispiacere misto a rabbia Squarzon – e l’ho dovuto apprendere da terzi che almeno 15 profughi erano stati letteralmente scaricati presso una abitazione lungo la strada per Priabona. E sì che ero anche disposto ad accettare un compromesso, e cioè accogliere un numero limitato di profughi in base al numero degli abitanti di Monte di Malo, ma con una clausola: avere l’autorità di allontanarli qualora arrecassero disturbo o problemi più o meno gravi’.

 

mosè squarzon

Ma tutto questo, si è rammaricato Squarzon, non ha più alcun senso, visto che nessuno lo ha mai interpellato, la prefettura ha agito in autonomia dialogando con i privati, i profughi sono stati scaricati e chi s’è visto, s’è visto.

 

Squarzon si è comunque subito attivato per evitare che la situazione gli sfugga di mano, ad ha avvisato Polizia, Carabinieri e messo in moto l’ufficio tecnico affinchè verifichi l’idoneità d’alloggio, cioè se la casa che li ha accolti ha i requisiti per ospitare un così alto numero di persone.

 

‘I locali dove verranno alloggiati, non essendo una struttura di tipo alberghiero, non sono in regola per ospitare così tante persona. Sono state viste che venivano preparate alla bell’è meglio delle brandine e rifornita la casa di alimenti acquistati al vicino supermercato, segno che la struttura non è adeguata per ospitare queste persone. Come sindaco devo fare quel che mi è possibile per tutelare in tutti i modi i miei compaesani.’

 

 

Marta Boriero

 

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