Ci sono aspetti delle nostre montagne sorprendenti, tuttavia così poco conosciuti da essere ancora misteriosi per la maggior parte delle persone. E’ il caso del Pasubio con la sua ‘infanzia’ preistorica, della quale sono rimaste numerose tracce tra i suoi boschi e le sue gallerie.

 

L’amministrazione di Posina ha organizzato domenica 2 ottobre una escursione guidata aperta a tutti, con due guide d’eccezione, Marco Avanzini e Isabella Salvador, ricercatori del Muse, il museo delle scienze di Trento.

 

Si parte dal piazzale dei Tre garofani a Posina alle 7 per poi raggiungere il rifugio Lancia con mezzi propri, da dove partirà il percorso guidato. Rientro previsto per le 17 a Posina.

 

L’escursione sarà preceduta da un altro appuntamento, fissato per domenica prossima, rivolto soprattutto ai bambini delle scuole elementari e medie, ma anche agli adulti, e cioè una visita guidata al museo trentino, con partenza alle 7.30 da Posina nel parcheggio di via Roma. La visita svilupperà due itinerari diversi: per i ragazzi ci sarà un approfondimento sul tema ‘storia ed evoluzione della vita’ con un occhio di riguardo alla preistoria, per gli adulti è prevista invece una visita generale al Muse, il tutto in programma dalle 9.30 alle 11. Dalle 11 alle 13 visita libera. Il trasporto è gratuito, rientro previsto per le 18.30. Biglietto di ingresso al museo: 8 euro per i bambini, 11 euro per gli adulti.

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‘L’intento è quello – ha dichiarato Andrea Cecchellero, sindaco di Posina – di far conoscere il Pasubio e le nostre montagne in generale, non solo perché hanno significato tanto per la prima guerra mondiale, ma anche per tutta la loro storia precedente, che è incredibilmente interessante ed importante. Solo negli ultimi anni se ne sta capendo la reale portata, come nel caso delle impronte di dinosauro identificate sul soffitto di un paio di gallerie, sia in territorio trentino che in territorio veneto. Spero che questi appuntamenti possano essere di incentivo per una conoscenza più approfondita del ‘nostro’ giurassico, che ha lasciato tracce così affascinati, molte ancora da scoprire’.

 

Marta Boriero

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