Nella diatriba Serenissima contro Cir per l’appalto delle mense scolastiche, arriva quella che secondo il Pd locale sarebbe potuta essere la vera alternativa: cibo fornito alle aziende locali con prodotti a km0.

Un suggerimento tardivo rispetto all’inizio dell’anno scolastico, ma che vuole essere una critica all’amministrazione comunale che “non ha saputo mettere in campo delle proposte alternative che guardassero alla qualità come un valore aggiunto e non ad un mero costo”.

Nel giugno scorso Serenissima, già titolare degli appalti per la gestione delle mense scolastiche della provincia, aveva vinto l’appalto di fornitura scalzando la concorrente Cir con un ribasso del 18%. Cir, che si era aggiudicata l’appalto nel comune di Schio nel quinquennio 2017-2022 aveva poi rinunciato alla richiesta di sospensiva al Tar e con l’inizio del nuovo anno anche le mense scledensi sono passate definitivamente a Serenissima.

Fatto, che ha comportato per il Comune e per Cir una sanzione di 1.500 euro ciascuno.

Ma non è la sanzione a far intervenire il Pd locale, quanto piuttosto la mancata proposta di quello che viene ritenuta una vera alternativa, la concessione in appallto ad aziende locali, in grado di fornire ai bambini cibo a km0.

Attraverso il capogruppo consiliare Giovanni Battistella ed il segretario Leonardo Dalla Vecchia, il Pd scledense ha comunicato: “E’ iniziato un nuovo anno scolastico e quest’anno gli studenti e le famiglie delle scuole cittadine dovranno mangiare un boccone amaro. È stato infatti vinto un ricorso da parte di Serenissima Ristorazione nei confronti di CIR Food per l’assegnazione della gara per la concessione del servizio di ristorazione per le scuole cittadine. È un boccone amaro quello che verrà servito, non perché la qualità del cibo sarà scadente, di questo purtroppo nelle gare non si parla, nelle gare infatti ciò che conta è il prezzo che si deve pagare. E’ amaro perché è stato perso un ricorso che obbliga la nostra amministrazione pagare anche una penale a Serenissima Ristorazione. È un boccone ancora più amaro perchè forse qualcosa si poteva fare a monte del bando cercando delle collaborazioni con le aziende agricole locali, ed Agritour, con l’intento di realizzare una mensa a ‘km zero’ e con prodotti alimentari di prima scelta. In questo modo – continuano gli esponenti Pd – si sarebbe potuto garantire un sostegno concreto alle aziende agricole locali e al contempo aver garantito una mensa con prodotti di qualità per i nostri bambini. Si è scelta, invece, la strada tradizionale dell’affidamento ai grandi gruppi del cibo che detengono il monopolio del food nella nostre città e nello nostre mense. Come Partito Democratico di Schio siamo invece dell’idea che sia doveroso iniziare un percorso che ci deve interrogare su cosa mangiamo e su come mangiamo a partire dai nostri figli e dal servizio di mensa scolastica. Condanniamo pertanto l’operato della nostra amministrazione – hanno concluso i portavoce Battistella e Dalla Vecchia – non perchè ha perso un ricorso di un big contro un altro big del cibo, ma per non aver saputo mettere in campo delle proposte alternative che guardassero alla qualità come un valore aggiunto e non ad un mero costo, perchè il cibo che mangiamo è sempre più legato alla nostra salute”.

A.B.

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