Un errore formale nell’esproprio del terreno di un privato a Vicenza, il cui importo è stato calcolato in 300mila euro, non ricadrà sulle bollette di ViAcqua, che si impegnerà a rimborsare il solo valore reale del bene essendo l’area essenziale per la copertura del servizio acquedottistico del territorio.

A strappare la promessa ad Angelo Guzzo, presidente della partecipata dell’acqua nata a inizio anno dall’incorporazione di Avs (Alto Vicentino Servizi) con Acque Vicentine, è stato Marco Vantin, consigliere pentastellato del Movimento 5 Stelle si Schio.

Aiutato da Giulia Maria Negrin, consulente aziendale, Vantin ha chiamato a raccolta la Commissione Affari Generali di Schio, alla quale hanno presenziato anche il sindaco Valter Orsi e il presidente di ViAcqua Angelo Guzzo, per portare l’attenzione su una transazione avvenuta a Vicenza nel 1988, non ancora risolta, che rischiava di costare ai comuni proprietari della partecipata ben 608.608,55 euro, composti da 278.693,33 euro di valore reale del terreno e da interessi che, visto il passare del tempo, superano i 300mila euro. Alla base del contenzioso tra il Comune  e il proprietario, un errore nell’esproprio, che ViAcqua imputa a Vicenza.

A chiedere che ViAcqua si facesse carico del rimborso totale al precedente titolare del terreno era stato Achille Variati all’epoca sindaco di Vicenza, che si era rivolto ai vertici della partecipata sollecitando direttamente di mettere l’intera cifra a bilancio, per coprire il risarcimento.

Cifra che ViAcqua aspettava fosse determinata dal giudice e che sarebbe probabilmente stata rimborsata per intero, se non fosse stato per Vantin, che ha voluto vederci chiaro e ha strappato a Guzzo la promessa: ViAcqua pagherà il valore del terreno (sul quale da anni lavora una centrale di pompaggio che produce servizi e utili per il territorio), ma non gli interessi, perché questi spettano al Comune di Vicenza.

La vertenza definitiva ci sarà solo nel 2020, con la decisione finale del giudice. Ma se allora il verdetto non fosse quello prospettato venerdì in commissione, la sentenza non sarà accettata.

Nella fase della fusione tra Avs e Acque Vicentine, i contenzioso era a conoscenza dei vertici, ma non è stato specificato che il debito sarebbe passato a ViAcqua per l’intera somma e non solo per il valore reale del terreno.

“Il Comune di Vicenza ha fatto finta di niente e ha chiesto la cifra intera”, ha commentato Vantin.

“ViAcqua ha un ruolo di tutela e valorizzazione – ha commentato Guzzo – Non pagheremo oltre il valore del bene, per il quale riconosciamo l’essenzialità per il sistema idrico”.

“Questo è il classico esempio del fatto che non abbiamo svenduto Avs – ha concluso Orsi – Non dimentichiamo che ViAcqua è dei Comuni e in ogni caso sono i Comuni che decidono”.

Anna Bianchini

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia