Guardare alla disabilità, senza negarne limiti e difficoltà. Ma non solo. Imparando, facendo tesoro di sensazioni ed emozioni, anche con scambio reciproco: diventando amici. Come accaduto a Federico e Matteo, 16 e 32 anni entrambi di Thiene. Al primo piace la musica, il secondo vive di quest’arte: tra di loro un muro, la disabilità di Federico, sbrecciato da un’empatia speciale.

Quando comunicare e socializzare è semplice ai più come bere un bicchiere d’acqua, così non è per Federico. Attorno a lui paletti che la disabilità gli ha messo sin dalla nascita che, però, vacillano quando c’è musica nelle sue giornate. “A lui piace moltissimo-spiega mamma Elena-per questo cerco di trovargli sempre delle attività dove sia presente”. Così, se i suoi coetanei calciano un pallone sul campetto, o corrono in cerca di un canestro, i pomeriggi di Federico si alternano in varie attività, ad hoc per lui, che mamma Elena cerca sempre. Ma un valore in più lo ha il tempo che Federico passa con Matteo, iniziato sotto il segno della musica. Un trovarsi tra i due che se molto ha dato a Federico, ancor di più a Matteo che se “con lui apprezzo ancora di più le piccole cose della vita- spiega Matteo Scapin- è stato lo stimolo e l’ispirazione per rivoluzionare il mondo riabilitativo e non”.

La storia di Federico e Matteo inizia tre anni fa. Quando mamma Elena legge un articolo di giornale: “parlava di un laboratorio musicale, il Music4All, dedicato a bambini e ragazzi con disabilità-spiega-Ho subito contattato Matteo Scapin, chiedendo di inserire Federico in questo progetto”. Incontri pomeridiani, fatti anche in gruppo, dove interazione ed espressione passa tra suoni e strumenti. “Ho visto sin da subito quanto bene faceva a Federico questa attività così, chiusa la sessione del progetto, ho chiesto a Matteo se era disponibile a seguire mio figlio anche a casa”.
Un passo non scontato e non semplice: entrare nel mondo di Federico. “Il fatto che mi abbia accettato è stata una sensazione bellissima-racconta Matteo- per me è un arricchimento ogni giorno, i suoi sorrisi, le sue smorfie quando sente un suono che magari apprezza, sono la mia forza per andare avanti e continuare a credere in quello che sto facendo”. Uno stimolo così forte per il 32enne docente di musica, oltre che producer e dj, che s’ingegna a creare uno strumento grazie proprio ai pomeriggi passati assieme a Federico: “l’ho creato con lui-ricorda Matteo-Matebox è nato così: uno strumento riabilitativo rivoluzionario perché introduce l’aspetto cognitivo, oltre conoscitivo e ludico”.

“Quando Matteo alla fine si è presentato a casa nostra col primo prototipo, da far testare a Federico, è stata un’emozione così grande che è difficile da descrivere-continua mamma Elena-Perché nel salotto di casa nostra, dove loro due passano i pomeriggi, era nata un’idea stupenda”. Uno strumento che potrà essere utile a tanti bambini come Federico, ma non solo: “perché potrà essere utilizzato anche per quei bambini che devono rafforzare concetti didattici, come la geografia, l’italiano e la matematica”.

Ma su tutto, è l’amicizia nata tra i due a segnare il risultato più bello. Un affetto sincero, libero dai pregiudizi che una disabilità porta con sé:.Matteo ha guardato a Federico, un 16enne che affronta giornate belle e brutte come i suoi coetanei. “Ma senza l’innata e grande empatia di Matteo tutto ciò non sarebbe stato possibile-conclude Elena-Senza questo ingrediente, per me, le terapie e le conquiste di Federico non avrebbero lo stesso sapore”.

Paola Viero

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