Tortore ed uccellini morti, bambini con gli occhi infiammati, lacrime e gole irritate, con una puzza nell’aria che fa barricare in casa chi abita nelle frazioni a sud di Thiene, ad un tiro di schioppo dalla Tintess.

Nuovi dettagli che fanno preoccupare non poco i residenti, che convivono col fetore per il quale, da  cinque anni  battagliano, riuniti  nel ‘comitato proteggiamo la rosa’. Persone stufe di sentirsi cittadini declassati in tale senso, come riferiscono, oltre che preoccupati per la propria salute.

“Nulla è cambiato, nonostante in tutto questo tempo abbiamo interpellato chiunque: dal sindaco, all’ulss, passando per i carabinieri del Noe di Treviso”.

Segnalazioni che misero in moto la macchina burocratica, arrivando ad un anno fa con la messa in esercizio provvisorio dell’impianto Tintess. Con modifiche all’impianto, in ragione di problemi di tipo odorigeno evidenziati con ispezioni Arpav nei due anni precedenti. Interventi in attesa del collaudo finale e, se nulla osta,  in Tintess potrebbero dormire sonni tranquilli.
“E  noi? Dobbiamo restare a vita impregnati di quel fetore? Non avendo alcuna certezza che non sia dannoso alla nostra salute e dei nostri figli?”.

Sentinelle dell’aria, oltre metà disertano
Non mollano i residenti, che per tre mesi si sono anche calati nei panni di  ‘sentinelle dell’aria’, aderendo al monitoraggio lanciato ad inizio anno dal Comune, di concerto con Arpav. Uno step necessario, uno dei tanti, per decretare o meno, l’ok definitivo a Tintess.
“Noi col naso all’insù, mentre magicamente diminuivano i camion che portavano i loro rifiuti alla Tintess – spiegano- Da quando la campagna di monitoraggio è finita, il traffico in zona scarico depuratore è aumentato. Ma chi vogliono prendere in giro?”.
Su 81 sono state 36 le ‘sentinelle’ che hanno consegnato le buste all’ufficio ecologia di Thiene, contenenti le loro segnalazioni, utili ad Arpav per creare una ‘mappa fisica della puzza’. Sempre che il numero delle buste restituite sia ritenuto congruo e sufficiente, per garantire la riuscita del monitoraggio.

“I nostri figli con gli occhi che bruciano”
Un’esasperazione collettiva da parte dei residenti, che si incancrenisce ancor di più se a farne le spese potrebbero essere i più piccoli. Con madri e padri che, portando i figli alla scuola Zanella, si preoccupavano che entrassero alla svelta in aula.

“Quando mettevano piede nel cortile della scuola, che dista poco più di 400 metri dalla Tintess, gli occhi si irritavano subito. Lo abbiamo fatto notare anche alle maestre, chiedendo che chiamassero il preside, ma nulla – spiega un papà – A mio figlio, e ad altri suoi compagni, è capitato di lacrimare appena scesi dalle auto, mentre nell’aria c’era quell’inconfondibile odore. Così forte che non si poteva respirare, lasciandoci un fastidioso pizzicore in gola. Una puzza che da anni sta rendendo le nostre vite un inferno”.

“Le mie tortore stecchite”
In più la moria di tortore rinvenute stecchite, assieme ad un pettirosso, nel giardino di una casa  che dista poche centinaia di metri dallo stabilimento di via dell’Industria. “Voglio andare fino in fondo e capire di cosa sono morti, soprattutto le tortore”, spiega con determinazione questa persona che,con passione, le alleva.

Un disagio che non lascia indenne la vicina Rozzampia, toccando anche la zona dei Cappuccini, sconfinando nelle vicine Villaverla e Molina di Malo. “Tutto dipende da come tira il vento, ma al Lampertico spesso sembra di essere a Londra, tra cortine di fumo, nuvoloni puzzolenti, è da un bel po’ di anni che non possiamo prendere una sana boccata di aria a casa nostra”, ribadiscono alcuni residenti.

“Non molliamo”
Uomini e donne che chiedono una cosa sola “che tutto questa finisca, che si torni a respirare e a vivere senza conseguenze per la nostra salute”. Un gruppo coeso che non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia, che va a letto la sera e si alza la mattina con lo stesso pensiero: “Quanto avranno scaricato stanotte? – concludono – Perché le fumate non cessano davvero mai”.

Paola Viero

 

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