La Giornata internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Le attitudini personali e l’orientamento sessuale- aggiunge- non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica”. “La società- prosegue il capo dello Stato- viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili. La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza”.

Il dibattito politico

Una legge “di cui non c’e’ bisogno” sostiene il centrodestra, da approvare “al piu’ presto” secondo il centrosinistra. Il ddl Zan continua a catalizzare il dibattito politico di queste settimane a maggior ragione oggi, Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. E i commenti si rincorrono anche perche’ la ricorrenza cade poco dopo le parole del presidente della Conferenza Episcopale Italiana Gualtiero Bassetti. “Non c’e’ bisogno di questo disegno di legge”, le parole del capo della Cei, ma qualora si andasse avanti nell’iter legislativo allora il testo “andrebbe piu’ corretto che affossato”. L’argomento, controverso e delicato, e’ stato affrontato con critica anche dal Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale, che chiede miglioramenti al testo come fatto Oltretevere. Lo Zan attualmente e’ l’unico sul tavolo della Commissione Giustizia del Senato, le altre proposte del centrosinistra sono state archiviate. Il testo e’ stato gia’ approvato dall’altro ramo del Parlamento il 4 novembre, si aspettano ora passi avanti con Pd, M5s e Leu che recentemente avevano accusato il presidente leghista di Commissione, Andrea Ostellari, di tenere in ostaggio il testo, e ora auspicano un’accelerazione. Non ha dubbi Massimiliano Romeo, capogruppo Lega al Senato. “Bisogna approvare subito la proposta della Lega e del centrodestra che introduce la aggravanti per chi discrimina- sottolinea all’Agenzia DIRE- altroche’ ddl Zan“, un testo “improntato su basi ideologiche e liberticide”. Quanto alle parole di Bassetti, aggiunge il capo dei senatori leghisti, “piu’ passano i giorni e piu’ piovono critiche da tutte le parti sul ddl Zan. E’ ora che qualcuno cominci a farsene una ragione”. “Ben venga” la giornata contro l’omotransfobia “se deve ribadire il ‘no’ a qualunque forma di discriminazione”, ribadisce la senatrice Udc Paola Binetti. “Ma allora- prosegue- dovremmo avere tante giornate ‘no’ contro tutte le forme di discriminazione che viviamo costantemente. Forse bisognerebbe sviluppare maggiormente una sensibilita’ generale che sia inclusiva verso tutte le forme di difficolta’ che puo’ vivere una persona”. La senatrice invita poi a leggere “meglio le parole di Bassetti. I giornali hanno colto solo la battuta sulla necessita’ di migliorarlo e non affossarlo, ma a monte dice che non c’e’ bisogno di questa legge. Se proprio il Parlamento vuole farla, allora…”

Anche il senatore FI Lucio Malan promuove la giornata “per il rispetto delle persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Altra cosa, pero’, e’ strumentalizzare la questione dell’omofobia promuovendo una legge che discrimina chi non e’ omosessuale e impone alle famiglie un’ideologia che comprende anche quella follia dell’identita’ di genere”. Il senatore trova “curioso che proprio oggi nessuno dica nulla per la visita in Italia del ministro degli Esteri dell’Iran”, dove vige “un regime che per legge di Stato mette a morte gli omosessuali”. Giusti, secondo Malan, anche gli appunti giunti dalla CEI, “al punto che io stesso ha presentato un ddl che ha le finalita’ dichiarate di prevenire ulteriormente gli atti di violenza introducendo la specifica aggravante. Ma alcuni articoli sono assolutamente inaccettabili”. Il senatore li elenca: “l’art.1 che introduce l’ideologia gender nella legge dello Stato, l’art. 2 sul reato d’opinione, gli art.7 e 8 sull’imposizione del gender nelle scuole”. Di tutt’altro avviso Alessandra Maiorino, senatrice M5S e co-autrice del ddl Zan. Il significato della giornata odierna “e’ evidenziato dai mille colori della bandiera Rainbow nelle piazze italiane- sottolinea- sono i colori che simboleggiano le varieta’ della natura umana. In Senato portiamo avanti la nostra battaglia con estrema convinzione, questa legge andava approvata 20 anni fa e non oggi. Siamo gia’ in ritardo di molto, non possiamo restare fanalino di coda in Europa”. La senatrice respinge poi le accuse di testo che discrimina le donne, “da quando- chiede- contrastare la misoginia e’ ritenuto una discriminazione delle donne? Mi riesce difficile affermare questo concetto”. Le parole di Bassetti “fanno piacere. L’ammissione del fatto che una legge sia necessaria, seppur dicono sia migliorabile, e’ una bella apertura. Ma lo Stato italiano e’ laico e mi sembrerebbe strano se si facesse influenzare da quel che dice un altro Stato”. Sul futuro la senatrice e’ “ottimista, gli italiani hanno capito il senso della legge, forse meno i loro rappresentanti politici. Ma come M5s siamo gia’ pronti con le firme per attivare l’art.77 del regolamento del Senato e portare la legge direttamente in Aula qualora la Commissione la volesse affossare ulteriormente”.

Compatto anche il gruppo delle senatrici Pd. Vanna Iori ricorda l’importanza “del rispetto dell’uguaglianza dei diritti, per me e’ un principio fondamentale. La differenza ha senso se ricondotta e riconducibile all’interno di un’uguaglianza dei diritti e questa Giornata e’ l’occasione per ribadire l’assoluto rifiuto di ogni discriminazione, violenza e intolleranza”. Alcuni aspetti del ddl Zan “li avrei notificati- ammette la senatrice- ma temo non ci siano ora i margini di tempo. Avrei rivisto in particolare la parte sulle donne. Ora pero’ bisogna mandare avanti lo Zan cosi’ com’e'”. “Personalmente non avrei messo dentro le donne- conferma anche Valeria Fedeli- ma ora il testo va votato cosi’ com’e’, pur sapendo criticita’ ed errori. E’ il miglior testo possibile secondo le condizioni attuali, tanto vale votarlo il prima possibile”.

Le parole di Bassetti dimostrano una posizione “molto seria ed equilibrata- continua la senatrice dem- dice che le persone non vanno discriminate, che bisogna riconoscere la differenza tra donne e uomini, e che una legge dovrebbe essere precisa e senza ambiguita’, chiara a chi si sta rivolgendo”. Tutta la discussione, sottolinea Fedeli, invece verte “sull’identita’ di genere e su alcune formulazioni dell’art.1 che non dicono in modo chiaro chi siamo tutelando e difendendo. Siccome stiamo parlando di un’aggravante penale non va lasciato alcun tipo di interpretazione”. Per Valeria Valente, anche presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidi, “l’Italia ha bisogno di una legge contro l’omotransfobia, bisogna passare dalle parole ai fatti. Se siamo tutti determinati e compatti la riusciamo a portare a casa, e’ un dovere, un passaggio di civilta’ che l’Italia non puo’ perdere”. Tutto questo al netto di alcune parti del ddl che potevano essere scritte meglio. “Io- conferma Valente- avrei fatto un disegno di legge che parlava di ‘identita’ sessuale’ e non di ‘identita’ di genere’, e’ la mia posizione storica. Ma ora il rischio di vedere impantanata questa legge e’ troppo grande, lo scongiurerei. Le parole della CEI? Di buon senso, ma non so dire. Forse l’appello andrebbe rivolto piu’ al centrodestra, che ora rende impossibile il confronto nel merito”, conclude.

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