La cosa più importante, ora, è che si arrivi alla pace. Per questo “le dichiarazioni di Biden non mi sembrano concilianti e neanche opportune in questa fase”. Questa la posizione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che  in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale risponde alle domande dei giornalisti in merito al conflitto in Ucraina.

“I grandi del mondo hanno una responsabilità che sta anche nel linguaggio” e “non si arriva alla pace con questo linguaggio”, spiega Zaia. Ciò detto, “Putin non è giustificabile ed è folle quello che sta accadendo”, chiarisce poi il presidente Veneto ricordando di essere stato tra i primi a “condannare senza se e senza ma” l’attacco russo. Posto che l’Ucraina è stata aggredita, “se fossi Zelensky e vedessi il mio Paese devastato, so che se continuo a fare la guerra da solo va a finire male, ma so anche che far entrare la Nato, globalizzare la guerra come chiede lui, vuol dire rendere l’Ucraina il primo campo di battaglia”, perché “la guerra inizia lì”. Pertanto, in entrambi i casi “il risultato è la devastazione dell’Ucraina”. Invece è necessario lavorare “perché si firmi la pace”, conclude Zaia. Quindi l’auspicio è che il leader ucraino utilizzi il suo discorso al Parlamento italiano, previsto martedì prossimo, come “un’occasione per fare un passo in più e dire quali sono le condizioni per firmare la pace”, conclude Zaia

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