Cercare di capirli oggi era impossibile, nonostante quei cartelloni tra le mani con parole scritte in un inglese stentato e la parola business urlata ai quattro venti. I 50 profughi dell’ex Colonia di Pian delle Fugazze hanno inscenato oggi un’eclatante manifestazione di protesta proprio davanti a quell’immobile che in questi giorni ha avuto gli onori della cronaca per le condizioni igienico sanitarie immortalate durante un blitz a sorpresa del Pd. ‘No documenti, no soldi, no mangiare’.

Questi i motivi della rivolta, che ha messo a dura prova i carabinieri della compagnia di Schio, con in testa il Capitano Vincenzo Gardin. E se qualcuno pensava che dopo due giorni quelle foto le avremmo cancellate dalla mente assieme al polverone mediatico sulla Coop di Monselice si sbaglia di grosso. E’ di oggi, il comunicato ufficiale della Senatrice Rosanna Filippin, che pretende chiarezza su quanto venuto a galla a Valli del Pasubio, con una cooperativa che intascava circa 50mila euro al mese per gestire i profughi come fossero animali. E qui non c’entra il credo politico di chi vuole o no l’accoglienza, c’è l’inadempienza di una cooperativa che ha fatto soldi , che non ha rispettato un contratto sottoscritto e che non ha fatto fare una bella figura al Veneto.
IMG_3921.00_00_41_24.Immagine003‘Ho preparato un’interrogazione per chiedere chiarezza su quanto sta avvenendo – rende noto la senatrice – Non solo bisogna fare luce sulle eventuali responsabilità della cooperativa che finora ha gestito l’ospitalità e sul cui operato, dopo la denuncia del gruppo consiliare del Pd di Schio, vengono da più parti espresse perplessità e dubbi a partire dalle cooperative vicentine che operano nel sociale – spiega Rosanna Filippin – Voglio anche capire quali siano le prospettive e come si intenda organizzare la gestione e il passaggio a Recoaro, dove da quanto si apprende dalla stampa, la possibile sede dovrà essere oggetto di alcuni interventi per renderla pienamente agibile’.

‘Quanto successo a Valli del Pasubio – aggiunge la senatrice Filippin – impone una maggiore chiarezza e trasparenza sui meccanismi di valutazione e controllo che devono essere messi in atto relativamente alla gestione delle strutture di accoglienza. Controlli che sono necessari non solo per tutelare chi viene accolto ma anche per dare garanzie ai residenti nelle zone interessate. È dovere di tutti gli enti cercare di avviare percorsi di collaborazione, che coinvolgano prima di tutto i sindaci, per evitare contrasti con i cittadini e allo stesso tempo assicurare un’ospitalità dignitosa. Al Ministro chiedo infine di proseguire l’impegno per rendere più efficienti le forme di accoglienza e riconoscimento’.

Valter-Orsi-fascia-sindacoAd attaccare la cooperativa ieri, ai microfoni di Tva, era stato anche il sindaco Valter Orsi, che mettendoci la faccia, ha parlato di inadempienza di un contratto firmato con il benestare della Prefettura, che non esiterà a far passare sotto la lente della magistratura nel caso ci fossero gli estremi penali. Non le ha mandate a dire nemmeno alla sua opposizione, accusandola di aver strumentalizzato politicamente una vicenda che ha indignato lui per primo, al punto da farlo andare personalmente a Pian delle Fugazze a portare coperte e capi d’abbigliamento. Nel mezzo della querelle, la figura ambigua della responsabile della Coop di Monselice che sui giornali si dichiara una missionaria dell’accoglienza e sulla sua pagina facebook sbraita contro lo straniero.
Infine, il gruppo Prima Noi capeggiato da Alex Cioni, che ha avuto la prima serata dei talk show televisivi e che stamattina, appresa la notizia della protesta dei profughi che manifestavano in maniera concitata (vedi video), ha commentato: ‘Che dietro quest’accoglienza selvaggia ci fosse un business lo avevamo preannunciato. Quanto vediamo durante i tg è accanto a noi e la storia di Pian delle Fugazze lo dimostra’.
Il video che immortala la protesta lo ha realizzato lo stesso Cioni, che ci tiene a precisare: ‘Sono venuti verso di me perchè mi hanno scambiato per un giornalista. Non li ho aizzati io’.

Natalia Bandiera

 

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