Dolce inizio giornata per gli operatori del centro covid di Santorso, in prima linea nella lotta ad un virus che semina morte, che non passa giorno che non faccia registrare contagi e intubazioni nei reparti di terapia intensiva.

Un lavoro, quello di medici, infermieri oss e tecnici, che nessuno dimenticherà, autentici eroi di un 2020 impossibile da scordare e che noi cittadini non dovremo mai cancellare per vivere con una marcia in più sapendo quello che abbiamo rischiato.

Per suggellare la riconoscenza per chi non esita a mettere a repentaglio la propria vita in difesa di quella del prossimo, Cristiano Vicentini, storico artigiano nel settore dolciario e non nuovo a slanci di solidarietà, martedì 7 aprile ha fatto recapitare brioches in quantità industriale a chi, indossando il camice, ha bisogno di una coccola dolce, lavorando in un mondo di dolore. Brioches appena sfornate e impastate con una maestria non solo fatta di professionalità artigianale, ma con un senso di vicinanza a chi, in questo momento, sta combattendo una guerra stremante in nome del bene comune.

Assieme alle bioches, Vicentini e alcuni collaboratori hanno voluto dare in dono alla prima operatrice sanitaria che si è presentata dinanzi ai loro occhi, una colomba pasquale: un segno di speranza, che va ben oltre il simbolo della festa che quest’anno festeggeremo con il cuore non gioioso. Una colomba che ha voluto rappresentare uno scambio di riconoscenza tra due categorie che soffrono, quella degli operatori sanitari che salvano vite e quella del mondo artigiano, che sta stringendo i denti in attesa di tempi migliori.

“Abbiamo pensato a un piccolo segno in omaggio a tutti gli operatori che in queste settimane sono diventati l’avamposto di questa battaglia che forse inizia a vedere uno spiraglio postitivo, ma che richiederà ancora molte energie – ha detto Paolo Vicentini – Consegniamo simbolicamente anche una colomba pasquale, come segno di speranza per una ‘resurrezione’ che tutti stiamo aspettando come mai prima”.

Nessuno scambio a distanza ravvicinata, ma profonde espressioni e sguardi occhi negli occhi. Sentimenti che hanno accompagnato la consegna del dono, che hanno trasmesso l’intensità di quanto sta accadendo e che non sarà facile dimenticare da chi ha assistito alla scena.

di Redazione Altovicentinonline

 

 

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