Aveva chiesto il rito alternativo, che gli evitato l’ergastolo. Condanna a 30 anni di reclusione, così come aveva chiesto il Pubblico Ministero il mese scorso, per Angelo Lavarra, imputato per l’omicidio della moglie Anna Filomena Baretta, dalla quale si stava separando.
La guardia giurata, come si ricorderà, aveva simulato il suicidio della donna, raccontando di aver trovato il suo cadavere riverso sul pavimento in camera da letto.
“Ha afferrato la mia pistola d’ordinanza e si è sparata”, aveva raccontato insistentemente e per mesi il metronotte, che nel frattempo era stato arrestato per omicidio, dopo che i Carabinieri del comando provinciale di Vicenza avevano scoperto la messa in scena. Grazie al luminol, erano stati i Ris a far emergere i segni di trascinamento del cadavere, che era stato rimosso dalla scena del delitto iniziale. Segno evidente che Lavarra aveva ripulito le tracce del sangue fuoriuscito dal corpo della povera commessa, ‘colpevole’ di volere la separazione da un marito che durante gli anni di matrimonio l’aveva fatta finire ben due volte in ospedale per percosse.
Mille euro devoluti allo Sportello Donna dedicato ad Anna
“Al Comune di Marano, che si era costituito parte civile nel processo, sono stati simbolicamente riconosciuti 1.000 euro, richiesti come parte lesa da questa terribile vicenda: la cifra sarà interamente destinata alle attività dello sportello donna del Comune di Marano, aperto lo scorso autunno e intitolato ad Anna Filomena Barretta. La condanna di Lavarra è un passaggio giuridico e politico molto importante per noi: le istituzioni hanno affermato unite e con chiarezza una condanna che stabilisce che la violenza di genere non ha cittadinanza. La comunità maranese ha sofferto molto per questa triste vicenda, ma ha anche saputo reagire e non smetterà di stare vicino idealmente e concretamente alle due figlie di Anna Filomena Barretta e a tenere vivo il suo ricordo”.
di Redazione Altovicentinonline