È cittadina nigeriana ma può anche essere che la Nigeria non la vedrà  mai. È la neonata Hope, ‘Speranza’, tutta riccioli e occhioni, la prima figlia di ‘migranti’ ospitati a Posina, nata  venerdì  alle 22, all’ospedale di Santorso.

 

La madre e il padre sono cattolici e raccontano di essere scappati via dalle stragi di cristiani perpetrate dai fondamentalisti islamici. Hanno poco più di vent’anni a testa, si amano e sono felici per quel fagottino che ritengono un miracolo della vita. La comunità di Posina li ha accettati e integrati immediatamente, da quando 5 mesi fa sono arrivati da Vicenza, la giovane incinta di 4 mesi, grazie anche al credo cattolico che ha permesso loro di frequentare la parrocchia del paese.

 

Ormai sono una presenza fissa durante la messa della domenica. Lui, un ragazzo alto e distinto che arriva vestito con la giacca e la bibbia sotto il braccio e lei, con la testa sempre fasciata da foulard colorati. E vanno a spasso sempre rigorosamente in infradito perché, hanno fatto capire, le scarpe proprio gli stanno strette anche d’inverno. Parlano solo inglese, ma da qualche tempo hanno iniziato a pronunciare qualche parola in italiano. Sono sempre allegri e sorridono sempre. E’ stato questo atteggiamento nei confronti della vita, che hanno visto messa a repentaglio più volte,  ha aperto loro le porte del cuore della brava gente posinate, che ha messo in moto una vera e propria gara di solidarietà per procurare ai nuovi arrivati i beni di prima necessità ed un corredo per la piccola.

 

Una storia appena iniziata ma forse già a lieto fine, soprattutto perché le loro vite, per una precisa scelta dell’amministrazione, non sono gestite da fameliche cooperative prive di scrupoli. I 35 euro a disposizione ogni giorno per ogni profugo vengono amministrati direttamente dal comune e spesi fino all’ultimo centesimo per farli vivere degnamente, pagare le visite mediche per la madre, il corso di italiano e qualche spicciolo per le spese.

 

Cecchellero

‘La scelta è stata quasi obbligata – ha dichiarato il sindaco Andrea Cecchellero – durante l’emergenza profughi di qualche mese fa. Volevo evitare in tutti i modi che in paese arrivassero troppe persone che non saremmo riusciti a gestire in una comunità così piccola. Ho preso allora una decisione ponderata, quella di accogliere una sola famiglia, e soprattutto ho chiesto che fossero cattolici, per non creare divisioni insanabili e attriti. Non me ne sono pentito’.

 

La coppia risiede nell’unico appartamento a disposizione del comune, in via Sareo, dietro al municipio. Si occupano di tutto, oltre che i cittadini generosi, i servizi sociali del comune, in particolare il consigliere comunale Silvia Cestaro, che ha anche preso personalmente a cuore la famiglia, e la cooperativa sociale La Locomotiva di Cogollo del Cengio.

 

‘Hope sarà il primo posinate ‘diversamente veneto’ – ha scherzato in ultima il sindaco leghista Cecchellero – ma battute a parte sto tentando di fare, con i mezzi che ho e grazie alla bontà della gente, della vera integrazione’.

 

 

Marta Boriero

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