Misteriosamente come è sparito è anche ricomparso. Non proprio al suo posto, in archivio, ma appoggiato, sembrerebbe, su una sedia dentro in uno degli uffici comunali.

 

Quando, ieri mattina, se lo sono visto davanti, il faldone più famoso di Cogollo del Cengio e forse anche dell’Altovicentino, quello che conteneva i documenti sul proseguimento della Valdastico Nord con tanto di ricorso al Tar sul tracciato, i dipendenti proprio non riuscivano a credere ai loro occhi.

 

Rubato un paio di mesi fa (secondo la denuncia fatta da un dipendente comunale ai Carabinieri di Piovene il 12 maggio) o semplicemente smarrito  (secondo l’ex vicesindaco Andrea Zordan) , la sparizione del faldone ha in questi giorni tinto di giallo la vita politica cogollese e scaldato gli animi del neo sindaco Piergildo Capovilla e di rimando, l’opposizione, che si è sentita punzecchiata . Uno scambio di accuse a mezzo stampa e social network.

 

Sarà stata l’indignazione di Capovilla per aver scoperto la mancanza dei documenti oppure quella della ex giunta di Calgaro per le accuse che sono serpeggiate tra le righe di un furto fatto ad arte per nascondere certa corrispondenza, a far tornare il ‘faldone del mistero’ al suo posto. Ma, e questa sembra essere l’unica cosa certa, il nostro faldone non ha certo camminato con le proprie gambe.

 

Qualcuno, forse spaventato per il polverone sollevato dalla vicenda, magari qualcuno che non si ricordava di averlo dimenticato da qualche parte dopo averlo consultato, ha avuto improvvisamente un ritorno di memoria e l’ha rimesso al suo posto alla chetichella, o quasi, tentando di mettere una pietra sopra ad un episodio di semplice, chiamiamola così, distrazione.

 

Nome e cognome dello smemorato? Sembra che al momento in municipio nessuno abbia visto o sentito nulla. Certo è che il Diabolik cogollese deve aver agito di prima mattina, non oltre le 9.

Marco zorzi cogollo amministrative 2015

 

Marco Zorzi, ex assessore alla cultura, ha appreso la notizia del faldone riapparso la mattina stessa mentre stava entrando in municipio per firmare la convalida all’elezione come consigliere.

 

Quando gli hanno comunicato la novità è scoppiato a ridere, ed ha spiegato: ‘Ho messo piede proprio oggi in municipio dopo alcune settimane di assenza, ma ci tengo a puntualizzare: ero in compagnia di una persona e mi ha visto più di un dipendente comunale, e sotto il braccio – ha scherzato Zorzi – non avevo nessun faldone’.

 

L’ex candidato sindaco non ha nascosto di trovare ridicola quella che gli è sembrata solo una ‘messinscena’ sul fascicolo scomparso, e passata l’ilarità ha aggiunto: ‘Sono perplesso che nessuno abbia notato un tizio che entra con in mano un grosso malloppo di documenti. E’ impossibile per chiunque entrare in municipio senza essere visto da almeno 2 o 3 persone, salire le scale e posizionale il faldone dove è stato trovato’.

 

‘Mi permetto anch’io – ha concluso Zorzi – una frecciatina: se il fascicolo mancava già da aprile, è chiaro che tutti i discorsi fatti in campagna elettorale dalla attuale amministrazione su ricorsi e tracciati dell’autostrada non si basavano certo sulla consultazione di questo ‘importantissimo’ faldone, i cui documenti sono pubblici e recuperabili ovunque. Non posso fare a meno di chiedermi: ma cosa si aspettano di trovare? Quel che più spero adesso è che venga fatta chiarezza su questo episodio, e sono il primo a volerlo, ma soprattutto sulle illazioni che sono state fatte sulla passata amministrazione’.

capovilla fototessera

 

Capovilla, dal canto suo, aveva già disposto durante la prima riunione di giunta una immediata opera di ricostruzione degli incartamenti che, alla luce del ritrovamento,  dovrà comunque essere fatta per capire quali documenti risultino mancanti e quindi ‘per quale motivo – precisa il comunicato stampa del sindaco – lo stesso faldone sia stato sottratto’.

 

Nello stesso comunicato fatto da Capovilla subito dopo il ritrovamento è ripetuto con forza che, dopo indagine approfondita degli uffici, è stato verificato che non si tratta di uno smarrimento e che nell’ambito di questa indagine sono stati sentiti anche i precedenti amministratori. Insomma, si ribadisce che siamo di fronte ad un furto bello e buono con tanto di documenti agli atti.

 

‘L’ipotesi che qualcuno si sia portato a casa il faldone per avere qualcosa da leggere – ha dichiarato infine Capovilla – è ridicola oltre che offendere l’intelligenza dei cittadini. Non capisco con che coraggio si possa avanzare una giustificazione simile. La costruzione di un’autostrada nella nostra vallata è un evento di portata storica, e non va trattata con tale superficialità. Non ho notizia che qualcosa del genere sia capitata prima a Cogollo’.

 

 

 

Marta Boriero

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