“Un’altra scena si aggiunge a quello che speriamo sia l’ultimo atto della triste ‘opera teatrale’ che si sta scrivendo sulla Pedemontana Veneta. Il ministero, nella prossima finanziaria, vorrebbe inserire un emendamento che permetta a CAV di diventare una normale concessionaria autostradale ed assieme a CDP sostenere il consorzio SIS, attualmente squattrinato, semplicemente togliendo i vincoli previsti nella finanziaria del 2007”.

Sono le affermazioni che la Consigliera regionale Patrizia Bartelle (Movimento 5 Stelle) affida ad una nota che così prosegue: “Questo emendamento salverà la faccia a Zaia e alla sua Giunta? Era proprio lui, assieme all’ex Assessore Chisso, fra i sostenitori dell’opera: entrambi hanno investito buona parte della loro immagine mediatica nel mostrarsi in pubblico per dare all’unisono i primi colpi di pala ai lavori della tanto discussa autostrada. Nel mondo reale invece, distanti anni dalle immagini del Duce sui trattori, ci si dovrebbe preoccupare a distrarre fondi dalla Cassa Depositi e Prestiti, società pubblica all’82,77% fatta di risparmi di privati cittadini, per dirottarli su un’opera allo scopo di completarla costi quel che costi, quando in realtà è completata per meno di un quinto. Un buon padre di famiglia dovrebbe sapere quando è ora di fermarsi. Come si possono preferire i 99 km di asfalto della Pedemontana ai 506 chilometri di strade ex statali che necessitano di manutenzione, che Veneto Strade non è in grado di garantire?”
“Il governatore ha scelto di non mettere mai in discussione la visione di Galan e Chisso? Ora è giusto – prosegue la Consigliera – che ne paghi le conseguenze in termini di credibilità. Quando si sceglie di appoggiare il Mose, la Pedemontana, la Valdastico Sud e Nord, la Nogara-Mare e altre opere che confermano l’identità della visione del Veneto, l’unica soluzione è chiederne le dimissioni per incapacità evidente della gestione dei soldi pubblici; quei soldi che gli slogan leghisti vorrebbero rimanessero in Veneto, ma senza utilità per i veneti”.
“Perché un’opera come la Pedemontana Veneta – puntualizza l’esponente pentastellata – bocciata dalla Corte dei Conti, asfittica di finanziamenti privati, gestita in continua emergenza e in palese conflitto di interessi da parte del suo commissario, non si può considerare utile se non per pochi veneti che entreranno nella spartizione del business.
“È giunto il tempo – conclude Bartelle – che a decidere siano proprio i veneti; se preferiscono che i loro soldi presenti nel fondo della CDP vengano sprecati ancora per altro catrame e cemento o se devono essere dirottati verso altri settori, dei quali alcuni in gravissime condizioni di sicurezza e ricordando al presidente che, nel nostro ricco nordest, i soffitti nelle scuole cadono anche senza terremoto: circa 120 i crolli negli ultimi tre anni, come capitato di recente nella scuola elementare di Mirano. Che a questo triste sceneggiato si cambi il regista immediatamente: Zaia venga sostituito dalla volontà dei veneti. Chiediamo loro se con i soldi della CDP preferiscono, ad esempio, riempire ancora di catrame la regione con più km d’asfalto d’Italia o sistemare le scuole venete. Qui nel pianeta reale del M5S in Veneto non ci sono dubbi a questa domanda”.

 

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