A domanda risponde.  Marco Vantin, candidato sindaco a Schio per il Movimento 5 stelle, è stato l’unico a raccogliere la sfida lanciata l’altro giorno dalle associazioni ambientaliste, che avevano chiesto a tutti i candidati sindaco dell’Alto Vicentino di prendere posizione sulla questione dell’inceneritore di Schio. Ovviamente prima delle elezioni.

Le associazioni, di varia estrazione (Legambiente – Circolo Schio Valleogra, Unione Sindacale di Base, Isde medici per l’Ambiente e Avr – Alto Vicentino Ricicla) chiedevano di esprimere una posizione su 4 punti. E sui 4 punti sono articolate le risposte di Vantin. Che scrive: “Primo punto, ipotesi preannunciata di fusione tra AVA e Greta e di costituzione di una multiutility dei rifiuti. Su questo argomento vorrei sentire le varie parti in causa e capire negatività e positività della fusione. Può darsi che poco cambi visto che AVA e già proprietaria di Greta, spero che la fusione sia in ottica di miglioramento del servizio e non solo per trovare una forma di razionalizzazione dei costi che spesso coincide con la perdita di posti di lavoro. Siamo perplessi e non poco preoccupati sulla questione di una possibile creazione di una Multiutility regionale tra AVA, AIM ed ETRA, prima di qualsiasi decisione dovrebbero chiedere alle amministrazioni se sono d’accordo, perché il problema sarà infatti capire chi poi controllerà questa multiutility”.

Secondo punto: eventuale utilizzazione dell’impianto di Schio per smaltire rifiuti provenienti anche da fuori regione. “No, no e no – scrive il canditato 5 Stelle -. Spero di essere stato abbastanza chiaro: l’impianto è nato 30 anni fa per gestire i rifiuti di una trentina di comuni dell’Alto Vicentino, i quali nell’ultimo anno hanno prodotto 62.000 tonnellate. L’inceneritore di Ca’ Capretta ha una capacità di smaltimento di 70.000 tonnellate, quindi mi spiegate il senso di spendere 14.000.000 di Euro per aumentarlo fino a 91.000 tonnellate? Poi c’è da considerare che la produzione di rifiuti è in calo, quindi ci sarà sempre più materiale riciclato e meno frazione secca da incenerire. AVA prima pensare di andare a prendere rifiuti da fuori regione dovrebbe chiedere alla cittadinanza di Schio se gli sta bene bruciare e respirare i fumi dei rifiuti prodotti da altri. Noi vogliamo indire un referendum sull’Inceneritore, la popolazione di Schio ha il diritto di scegliere il suo futuro”.

Terza questione posta dagli ambientalisti: disponibilità ad assumere un formale impegno affinché non siano realizzati negli anni a venire ulteriori ampliamenti della potenzialità di incenerimento, perseguendo l’obiettivo di una progressiva riconversione dell’impianto verso tecnologie più rispettose dell’ambiente e della salvaguardia delle risorse. “Sì, avete la mia parola che se verrò eletto Sindaco mi opporrò a qualsiasi piano industriale che preveda futuri ampliamenti e quindi aumenti di capacità dell’inceneritore – spiega con chiarezza Vantin -. Anzi cercherò, anche in collaborazione con i nostri parlamentari, di bloccare l’aumento della Linea 1. Vorremmo inoltre fare uno Studio di valutazione per la realizzazione di un centro tipo Vedelago e realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengano riparati, riutilizzati e venduti, creando valore economico da riversare sulla società, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e Australia”.

Quarto e ultimo punto: un parere sull’eventuale ingresso di soggetti privati nella delicata gestione dello smaltimento dei rifiuti. “Noi del M5S, come siamo contrari alla gestione dell’Acqua pubblica dai privati, non vogliamo nemmeno che il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti vada in mano a ditte private. Perché sono servizi da garantire al cittadino e non un modo per fare impresa e trovare guadagni. Infatti come proposto nel nostro programma faremo uno studio sulla fattibilità inerente alla creazione di una Società a partecipazione pubblica che tragga profitto dalla gestione della raccolta e riciclo dei materiali, totalmente indipendente da quella che gestisce lo smaltimento, ponendo fine a un conflitto d’interesse che danneggia economicamente i cittadini. Quindi se ci saranno dei profitti dovranno essere utilizzati per investimenti atti a migliorare o mantenere efficiente il servizio oppure per abbassare la tariffa ai cittadini”.

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