Più candidati che commercianti. Non c’è stato il tutto esaurito nella storica Sala Borse di Via Montello dove il Mandamento di Thiene della Confcommercio, così come avviene ormai tradizionalmente, ha convocato a rapporto per ieri giovedì 19 maggio gli aspiranti sindaci della città per il confronto sui temi più cari all’associazione, moderato per l’occasione da Dennis Dellai.

Commercio, contesto urbano e mercato settimanale, parcheggi e piano urbano del traffico, sicurezza e fiscalità: queste le macro aree tematiche sulle quali i candidati sono stati chiamati ad esprimersi dopo i saluti del Presidente Giuseppe Vittorio Santacatterina e la relazione di Renato Corà, una sintesi del lungo e articolato documento predisposto dai commercianti thienesi dove assieme a prospettive e possibili soluzioni, non mancano critiche e richieste di sostegno soprattutto nel contrastare l’incessante aumento di grandi strutture a scapito delle attività di vicinato costrette ad un duello impari.

Daniele Apolloni, che nei cinque quesiti ha preso parola in ordine alfabetico e poi a rotazione, è parso più pacato e rassicurante che in altre occasioni. Parla soprattutto delle sue idee, ma a dispetto di una lunga carriera politica, lo fa quasi sempre con l’appoggio di un testo scritto tranne quando parla della cultura e di Thiene incapace di far conoscere il proprio Museo di Arte Sacra oltre che di ospitare L’AltoVicentino Talent Show. Accenna ad incentivi per la riduzione degli affitti, al sostegno all’imprenditoria giovanile, propone concorsi per la riqualificazione del centro, ma la ‘rivoluzione’ ipotizzata si ferma alla restituzione del ticket parcheggio sotto forma di sconto alla cassa.

Manuel Benetti, il più giovane della schiera di candidati, appare meno impacciato di quanti ci si aspettasse davanti al microfono, ma ogni tanto cerca le parole e le trova in dialetto. Poco male. Sui contenuti molti slogan che andrebbero approfonditi e qualche idea invece meglio espressa: il suo mantra è l’attenzione ai quartieri periferici e alle frazioni, il controllo di vicinato e i rapporti con i comuni contermini da riallacciare per risolvere i problemi del traffico riprendendo vecchi progetti di bretelle rimaste sulla carta. Onesto e apprezzato l’appello ad andare a votare: “chiunque vincerà sarà il sindaco al quale dovremo rivolgerci tutti e che dovrà far risplendere nuovamente la città”.

Alberto Ferracin, la presenza scenica ricorda l’ex presidente americano Trump, ma i modi sono tutt’altro che scostanti. Simpatico, a tratti imbarazzato, è l’unico che chiede responsabilità ai commercianti nel fare un passo avanti che vada oltre le mere richieste. Insiste sui giovani e vuole quello che definisce un ‘ring’ attorno a Thiene dove adattare la viabilità esistente sulla scorta di altre grandi città italiane ed europee. Sul centro sogna in grande e pensa ad una sorta di città -negozio puntando al turismo di qualità, ma coi negozianti thienesi come protagonisti. Racconta, suscitando ilarità, qualche aneddoto di sè e parla del valore dello sport come antidoto al fenomeno delle babygang.

Giampi Michelusi è oggettivamente competente e preparato, ma almeno per metà della serata appare sottotono e più che rispondere ai quesiti racconta quanto fatto dall’amministrazione della quale è tuttora assessore. Si riprende quando mette tutti in riga sul mercato e ricorda che decentrarlo significa danneggiare anche i negozianti e i locali. Non fa molte promesse, ma si dimostra disponibile ad intensificare il dialogo con la città e le categorie specie sui grandi temi. Rivendica con orgoglio l’idea del Parco Sud come arena spettacoli di pregio e vorrebbe un grande palazzetto dove farli anche al coperto oltre che dove offrire nuovi spazi allo sport e ai giovani.

Giulia Scanavin arriva coi compiti fatti, si vede che ha studiato come l’alunna che piace ai professori ma rischia in alcuni passaggi di sembrare ‘troppo’ e in qualche caso riporta dati da verificare incorrendo anche nei rimproveri del sindaco Casarotto. Insiste sull’importanza di un ruolo più centrale di Thiene nell’assetto provinciale e sui rapporti da tenere con gli enti superiori per portare a casa fondi e risultati. La più battagliera anche contro il proliferare della grossa distribuzione dove si dice convinta che un dialogo serrato con le parti  – Regione in primis – e uno studio approfondito delle circostanze possano essere un’arma deterrente. O quanto meno contenitiva.

La serata si chiude dopo più di due ore nelle quali, pur non mancando qualche spunto interessante, la sensazione che si legge nei volti di molti all’uscita è quella di tanta confusione sotto l’ombra del Duomo che si intravede illuminato dalle luci di una città un po’ stanca e non solo per l’ora tarda. Non resta che attendere, con un ulteriore atto di fiducia, il prossimo duello.

Marco Zorzi

 

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