Dopo i polveroni dei mesi scorsi sulle antenne di Marano e Breganze, torna la polemica a Zugliano sullo stesso argomento. Nei prossimi giorni infatti, inizieranno i lavori per l’installazione dei  ripetitori da cui si sentono minacciati i cittadini zuglianesi che stanno organizzando un dibattito pubblico sul pericolo delle onde elettromagnetiche.

Ben tre compagnie telefoniche hanno manifestato l’intenzione di  installare i propri ripetitori sia nell’antenna già approvata in località Santa Maria, dietro al cimitero, che in quella in via di approvazione che potrebbe essere collocata nei pressi del cimitero di Grumolo.
Il sindaco Romano Leonardi le aveva tentate tutte, ricorrendo persino alle vie legali che però non lo avevano aiutato a risolvere la situazione. Il tribunale infatti aveva dato l’ok  a Vodavofone , quindi un nulla di fatto, nonostante l’intervento dell’amministrazione comunale, che ora deve subire il verdetto.
L’opposizione però, non intende retrocedere e vuole intervenire con un dibattito popolare per illustrare i rischi che certe apparecchiature provocherebbero alla salute dei residenti delle zone in cui insistono le ‘antenne della discordia’.
’Stando alla normativa attuale – commenta Sandro Maculan  – le compagnie telefoniche possono sistemare le antenne dove vogliono se manca un piano antenne nel regolamento comunale. Oggi purtroppo il potere delle compagnie telefoniche e` riconosciuto dalla legge italiana in modo quasi indiscriminato, sulla base del fatto che ’coprono un interesse pubblico’, poiché tutti usano il cellulare. Per questo e` davvero urgente predisporre un piano antenne che limiti l’installazione di queste apparecchiature, almeno nel senso di disciplinarne la logistica, e lo si deve fare spendendoci molte più risorse di quante siano attualmente impiegate, perchè una questione che la popolazione sente molto.’
La popolazione di Zugliano infatti e` allarmata dalla proliferazione di queste tecnologie che si impongono grazie all’appannaggio di un vantaggio economico immediato per chi ne consente l’installazione sul proprio territorio, ma i cui effetti biologici e sanitari a lungo termine non sono ancora documentati, e riguardo alle quali esiste una letteratura scientifica che suggerisce una parsimonia precauzionale.

U.D.A.

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