Informarsi per proteggersi, soprattutto quando la minaccia è un ’inquilino invisibile’, che da qualche anno ha invaso le nostre case.
Si è tenuto ieri sera a Grumolo Pedemonte, con grande partecipazione della cittadinanza, un incontro con  il gruppo ’Partecipazione e democrazia’, mirato a chiarire la situazione dell’inquinamento elettromagnetico del comune di Zugliano, nell’imminenza dell’istallazione di due nuove antenne ripetitori, previste per la zona di Santa Maria e per quella del cimitero di Grumolo.

I consiglieri di minoranza Alessandro Maculan e Battista Galvan ed il capogruppo Cristiano Dal Bianco hanno spiegato l’iter che ha portato a questa conclusione, facendo presente l’opportunità di predisporre un piano antenne per il comune di Zugliano, come unica possibilità per tutelare almeno le zone più a rischio dallo ‘strapotere’ delle compagnie telefoniche.

Infatti, allo stato attuale della legislazione italiana, la copertura telefonica è stata equiparata alle opere di urbanizzazione primaria e quindi il comune deve garantire la copertura del territorio, può solo disciplinare la posizione dei ripetitori.
All’incontro ha partecipato anche Achille Sacchi, esperto e autore del libro sull’inquinamento elettromagnetico ’Inquinamento invisibile’, che ha dato ai cittadini presenti dati  sulla presunta pericolosità delle antenne ripetitori.
Il tecnico ha spiegato che i limiti dati dalla legislazione attuale sono assolutamente inadeguati rispetto agli studi clinici effettuati finora sui danni biologici e sugli effetti cancerogeni delle onde elettromagnetiche. Ha raccomandato il rispetto del principio del principio ALARA (as low as reasonably achievable) della Comunità europea: è consigliabile mantenere il più possibile basse le emissioni elettromagnetiche, visto che non si può ancora prevedere la gravità dei danni, comunque scientificamente provati, di queste tecnologie a lungo termine
La risoluzione 1815 del 2011 del Consiglio di Europa fissa una soglia ’preventiva’ per l’esposizione alle microonde della telefonia mobile e dei dispositivi wireless a lungo termine non oltre 0,6 volt/metro, soglia che attualmente e  largamente superata, arrivando anche nelle nostre zone perfino a 25 volt/metro.
A conferma della validità clinica di questa raccomandazione, Achille Sacchi ha proposto le dichiarazioni di Fiorenzo Marinelli, ricercatore del Cnr di Bologna, che nei suoi esperimenti ha accertato che ’le onde elettromagnetiche prodotte da Wifi e cellulari modificano la regolazione genica delle cellule, portando alla morte cellulare o, peggio ancora, allo sviluppo di cellule tumorali.’
’Laddove i cittadini si sono ribellati all’istallazione delle antenne ripetitori in modo massiccio – ha consigliato Achille Sacchi – le compagnie si sono ritirate spontaneamente, perché questo atteggiamento funzionava come pubblicità negativa, e comunque perché i gestori non investono su un territorio che non promette di rendere in termini di nuovi abbonamenti’.

Umberto D’Anna (foto di Teresa Dalle Carbonare)

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