( Green Me) Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una proposta di legge che consente ai ristoranti di far consumare ai clienti alcuni piatti “tradizionali” a base di piccoli uccelli come la polenta e osei e lo spiedo bresciano. La nuova legge dalle associazioni animaliste e contro la caccia è stata ribattezzata ‘Spara e mangia’ perché nel piatto finiranno piccoli uccelli migratori del peso di pochi grammi.
Come sappiamo, dal 2014 è vietato il commercio dell’avifauna cacciabile, adesso, la nuova norma concepita appunto per aggirare il divieto di vendita della selvaggina, consentirà ai cacciatori di cedere gratuitamente ai ristoranti o alle sagre gli esemplari uccisi durante l’attività venatoria. Ma mentre le associazioni sono inferocite e protestano, il Consiglio regionale della Lombardia dice che lo spiedo bresciano e gli altri preparati a base di selvaggina sono addirittura un’opportunità per lo sviluppo locale.
Secondo la relatrice Silvia Scurati, questa è “una legge che si propone di tutelare una tradizione profondamente radicata negli ambienti rurali bresciani e di altre province lombarde e che dovrebbe permettere di riportare sulle tavole dei ristoranti e delle feste di paese lo spiedo bresciano, dando un contributo importante all’economia e al turismo dei territori interessati”.
Il proponente e primo firmatario Floriano Massardi sottolinea poi che “questo provvedimento potrebbe creare una rete virtuosa tra il settore della caccia, il mondo agroalimentare e della ristorazione, l’offerta turistica e culturale, adeguandola alle nuove tendenze del turismo di prossimità”.
Cosa prevede la legge sullo spiedo bresciano
Come dicevamo, dal 2014, la legge vieta il commercio e la vendita di avifauna cacciabile per fini commerciali, secondo la legge regionale adesso i cacciatori potranno cedere a titolo gratuito a ristoranti e a sagre fino a 150 capi all’anno di selvaggina piccola da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi. La cessione a titolo gratuito da parte dei cacciatori sarà monitorata da un apposito sistema di tracking, mentre la legge stabilisce anche un sistema di controlli per garantire la tracciabilità della selvaggina, secondo quanto stabilito dalle normative europee, ai fini di garantire la sicurezza alimentare ai consumatori nel rispetto delle norme sanitarie. Oltre a quelle previste dalle norme statali, il progetto di legge introduce ulteriori sanzioni amministrative da 500 a 1.500 euro in caso di violazioni di quanto previsto dal testo normativo.
La legge ‘Spara e mangia’ è un attacco alla biodiversità
La Lombardia si conferma, ancora una volta, una regione che asseconda l’attività venatoria. “E’ evidente – affermano le associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU e WWF Italia – come questa norma sia solo un trucco per eludere un divieto necessario a prevenire fenomeni di illegalità come il traffico illecito di uccelli morti e di richiami vivi, il furto di nidiacei o l’uccisione di specie protette. Tutti crimini di cui la Regione Lombardia detiene un triste primato, proprio a causa della domanda di uccelli selvatici alimentata dalla “tradizione” di cibarsi di questi animali”.
Secondo le associazioni poi ci sarebbero i presupposti per “la diffusione di un mercato sommerso di vendita di fauna selvatica occultata da donazione gratuita a danno degli imprenditori onesti e delle finanze pubbliche, aggravando, peraltro, l’onere a carico delle autorità pubbliche deputate al controllo”.
Un attacco alla biodiversità che avviene proprio il giorno in cui la Corte Costituzionale dichiara l’incostituzionalità di una legge lombarda, a firma dello stesso consigliere regionale autore della legge appena votata, nella parte in cui impediva alle autorità di vigilanza il controllo sugli uccelli utilizzati come richiami vivi. Il traffico illecito di richiami vivi è, infatti, una pratica fortemente diffusa in questa regione proprio per via della caccia “tradizionale” da appostamento fisso ai piccoli uccelli migratori destinati al mercato della ristorazione.
“Ricordiamo – concludono le associazioni – che l’Italia è sottoposta ad una particolare attenzione da parte della Commissione Europea proprio a causa del diffuso e grave fenomeno dei crimini contro gli uccelli selvatici e che il nostro Paese ha assunto precisi impegni volti ad adeguare il sistema normativo di prevenzione e repressione di questi fenomeni. E’ inammissibile che nelle regioni a più alto tasso di illeciti contro gli uccelli selvatici, come la Lombardia, le istituzioni pubbliche non sappiano fare altro che emanare leggi e provvedimenti amministrativi di segno contrario rispetto all’obiettivo di tutela della biodiversità, oggi tradotto in principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale. Questa pratica, attuata solo per meri fini elettorali e per soddisfare le lobby della caccia e delle armi, espone l’intero Paese al rischio di una pesante procedura di infrazione. Chiediamo dunque al Governo di intervenire e ai cittadini lombardi di pretendere che i propri rappresentanti si occupino del bene comune e non degli interessi di pochi”.
(fonte Green Me)