Un lupo è stato ucciso e decapitato in Valchiavenna. La testa del predatore è stata appesa come trofeo ad un cartello stradale all’ingresso della frazione di Era, nel comune di Samolaco (SO) in Lombardia, insieme ad un lenzuolo sopra il quale è stato scritto: “I professori parlano, gli ignoranti sparano”. Un atto criminale e macabro che vede, oltre all’ennesimo delinquenziale episodio di bracconaggio verso il lupo, la triste esibizione della sua testa e un chiaro messaggio contro la presenza del predatore e contro chi cerca di favorire una pacifica coesistenza con le attività umane. Questa la denuncia del WWF Italia, che auspica che le indagini portino ad individuare i responsabili dell’atto criminale, e che finalmente si arrivi a condanne esemplari verso gli autori. Nonostante ancora oggi centinaia di lupi in Italia ogni anno siano vittime di atti di bracconaggio, le condanne ai bracconieri negli ultimi decenni si contano sulle dita di una mano. E l’impunità e la cattiva informazione alimentano questo fenomeno, purtroppo in aumento soprattutto nelle aree di recente ricolonizzazione, dove il lupo è tornato stabilmente solo negli ultimi anni. Il monitoraggio nazionale, conclusosi nella primavera del 2021, ha stimato la presenza di circa 3.300 lupi in tutto il territorio nazionale. Nonostante un trend demografico positivo e l’espansione spaziale degli ultimi decenni, con la specie che è tornata a rioccupare in maniera naturale numerosi contesti dai quali era stata eradicata dalla persecuzione umana, ancora oggi lacci, trappole, esche avvelenate, colpi da arma da fuoco rallentano il processo di naturale ricolonizzazione in atto in buona parte del Paese. Il WWF Italia ribadisce inoltre che le uccisioni non favoriscono la risoluzione della problematica delle predazioni a danno del bestiame domestico, come dimostrato da numerosi studi scientifici internazionali. Uccidere un lupo dunque è, oltre che un atto criminale, anche inutile per risolvere i conflitti con il settore zootecnico. La strada da seguire è chiara ed occorre un impegno costante da parte di tutti gli attori in gioco (istituzioni locali e nazionali, forze dell’ordine e associazioni di categoria) per liberare completamente il campo dall’illegalità e ottenere così risultati concreti e positivi. Per arrivare ad una pacifica coesistenza occorre lavorare su più fronti. Indagini rapide ed efficaci, punizioni esemplari per gli autori di tali crimini e diffusione di corrette informazioni sulle buone pratiche di convivenza sono i passi fondamentali per combattere l’illegalità e permettere a lupo e uomo di coesistere sugli stessi territori.

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