Una politica scellerata che ha prodotto un beneficio per alcuni cittadini ma ha posto in carico a ciascuno italiano un onere di 2.000 euro a testa“. Il leghista Giorgetti, oggi ministro dell’economia, la tocca piano.

Una politica scellerata costata finora complessivamente 105 miliardi, che dopo lo stop del Governo avvenuto ieri potrebbe attestarsi definitivamente sui 120 miliardi di euro.

Cifre assolutamente folli, insostenibili. 120 miliardi, per parlare in soldoni, rappresentano i danari che lo Stato italiano percepirà in meno nei prossimi anni.

Il grandissimo errore iniziale di stima dei crediti, oltre ad avere generato incontrollabili effetti sui conti pubblici, è anche all’origine del grave errore di stima della possibilità di assorbimento dei crediti da parte del mercato, che ha portato alla fase di “stallo alla messicana” di oggi, con migliaia di imprese a rischio insolvenza per i crediti incagliati, stimati oggi in 15 miliardi.

Per questi motivi il Governo Meloni, con il Decreto di ieri, ha deciso di dare una brusca frenata a questa incontrollabile deriva, pericolosissima per i conti dello Stato, dicendo basta alla possibilità di beneficiare dei bonus edilizi mediante cessione del credito o sconto in fattura. L’unica esclusione è per tutti i lavori per i cui titoli abilitativi sono stati richiesti fino alla data di ieri.

Insieme allo stop, il nuovo decreto ha anche bloccato l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che erano intervenuti per aiutare le imprese acquistando i crediti per tentare di fare il bene delle economie territoriali, ma anche in questo caso senza calcolarne gli effetti sul debito pubblico.

Il nuovo Decreto ha provocato la protesta dell’intero settore dell’edilizia, che si è manifestata attraverso un comunicato stampa dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, la quale ha denunciato la mancanza di una soluzione strutturale, con migliaia di imprese che rischiano di rimanere definitivamente senza liquidità, e con cantieri a rischio chiusura, esprimendo un comprensibile timore per i relativi immaginabili riflessi sul piano economico e sociale di questa nuova strada decisa dal Governo.

In realtà il Governo è intervenuto anche da questo punto di vista, escludendo gli acquirenti dei crediti da rischi di responsabilità tributaria solidale per concorso colposo nella violazione.

In parole povere viene restituita certezza in termini di responsabilità alle banche, che in questo modo potrebbero riprendere il processo di acquisto dei crediti, liquidando i crediti incagliati, che come detto vengono stimati oggi in 15 miliardi.

Non possiamo prevedere gli effetti di questo nuovo intervento del Governo sul piano economico sociale, ma sicuramente l’economia dei conti pubblici richiedeva un momento di pausa e riflessione, la famosa “conta dei danni”, e di ragionare bocce ferme per evitare di prendere ulteriori affrettate decisioni.

Come diceva il buon Enzo tortora, “il big ben ha detto stop!”.

Ad maiora!

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