I Pfas tra Thiene e Marano hanno scatenato una reazione immediata nella comunità dell’alto vicentino. Quei veleni, che da decenni inquinanno l’acqua di falda del Veneto, hanno riempito pagine di giornali negli ultimi sei anni sul ‘caso Miteni’. Ma trovarsi ora i pfas ‘in casa propria’ risveglia l’attenzione di chi pensava che il problema fosse solo della ‘zona rossa’, quella cinta che racchiude il basso vicentino, oltre alle province di Padova e Verona.
Se in regione il consigliere Zanoni, assieme ai colleghi  Fracasso, Guarda e Ruzzante, chiedono la convocazioni di una ‘seduta pfas Veneto’, nell’alto vicentuno i militanti di Arcadia si mobilitano. Affissi tra Thiene e Schio degli striscioni: “Lega in Veneto: 35 anni di veleni e cemento”.

“Dopo 35 anni di governo leghista e di centro-destra in Veneto, è sotto gli occhi di tutti lo stato di devastazione della nostra regione -fanno sapere in un loro comunicato  – Superstrada Pedemontana Veneta, a pagamento, Valdastico sud, Mose: tra mazzette, leggi obiettivo ed emergenza traffico, il partito ex-nord del “paroni a casa nostra” non ha avuto nessuno scrupolo a distruggere la nostra regione per inseguire il mito della crescita infinita e dei “schei”.

“Ora però emerge anche quello che ad un primo sguardo non era visibile, i Pfas e, dopo lo scandalo Miteni, si palesa quello che tutti sospettavano: qualcuno sapeva!
Infatti dal 2006 la Provincia di Vicenza, guidata allora dalla leghista Manuela Dal Lago, ed ARPAV, nonostante sapessero della presenza di Pfas nelle acque, hanno taciuto, tardando quindi di 13 anni la bonifica, le inchieste e lasciando in maniera criminale che i Veneti si avvelenassero. È di questi giorni inoltre la notizia della presenza di PFAS anche nelle acque della roggia di Thiene e nei pozzi di ispezione della discarica “Vianelle” di Marano Vicentino- conclude Arcadia – Chiediamo bonifiche immediate e chiusura, senza se e senza ma, delle industrie che scaricano qualsiasi sostanza nella nostra terra che ormai non ha nulla a che invidiare alla terra dei fuochi”.

Zanoni: “voglio i verbali Arpav”
“Sull’inquinamento da Pfas nella nostra regione dev’essere fatta assoluta chiarezza per quanto riguarda le responsabilità di tutti: della Miteni e di chi doveva controllare. Perciò ho chiesto l’accesso ai verbali di sopralluogo eseguiti da Arpav Vicenza presso lo stabilimento di Trissino nel periodo 2005-2013”. Lo rende noto Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini. “Credo sia una tappa obbligata, alla luce di quanto emerso dalla corposa relazione, 270 pagine, del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe) di Treviso. Un documento che chiama in causa sia la Provincia di Vicenza che Arpav. Se è vero, come scritto dai militari, che il problema, con relativa bonifica, poteva essere affrontato già nel 2005, quando è stata costruita la barriera idraulica per depurare le acque, qualcuno dovrà risponderne. Otto anni di ritardo sono un tempo enorme”. E sempre sul caso Pfas il vicepresidente della Seconda commissione, insieme al capogruppo del PD Stefano Fracasso e ai colleghi Cristina Guarda (AMP) e Piero Ruzzante (LeU) ha chiesto la convocazione di una seduta ad hoc per ascoltare, proprio in merito alla relazione del Noe, il direttore di Arpav.

di Redazione AltovicentinOnline

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