L’ospedale di Santorso ha un nuovo primario di Anatomia Patologica. E’ Salvatore Romeo, 48 anni di Catanzaro, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università La Sapienza di Roma, dove ha conseguito anche la specializzazione in Anatomia Patologica, alla quale ha affiancato un dottorato di ricerca conseguito presso la Leiden University Medical Center, a Leida (Olanda).

“Continua l’impegno dell’Ulss7 Pedemontana a potenziare lo staff dell’ospedale di Santorso – spiegano dalla direzione generale – L’ultima nomina, formalizzata nella giornata di oggi, riguarda l’affidamento al dottor Salvatore Romeo della direzione dell’Unità Operativa Complessa di Anatomia Patologica”.

Risale al 2008 il trasferimento in Veneto del dottor Romeo, più precisamente nella Ulss2 La Marca, dove è rimasto fino al 2015 per poi trasferirsi all’Ulss4 Veneto Orientale in qualità di responsabile dell’U.O.S.D. Anatomia Patologica dell’ospedale di San Donà di Piave.

Parallelamente all’attività ospedaliera Salvatore Romeo ha collaborato anche con l’Università degli Studi di Padova in qualità di docente ed è autore di circa una quarantina di pubblicazioni scientifiche, oltre ad avere partecipato in qualità di relatore o docente a diversi convegni medici.

“Auguro al dottor Romeo buon lavoro – ha sottolineato il direttore generale Carlo Bramezza – Sono certo che saprà ben integrarsi nell’ospedale Alto Vicentino, dove oggi è presente un gruppo di lavoro che sta dimostrando di saper ben lavorare in squadra per il bene dei pazienti”.

L’anatomia patologica è la branca specialistica della medicina che studia le malattie mediante l’esame dei tessuti e delle cellule dei pazienti, contribuendo così in modo fondamentale alla definizione di molti processi diagnostico-terapeutici.

“Sono molto felice di questa nuova opportunità professionale e impaziente di iniziare a collaborare con i colleghi dell’ospedale Alto Vicentino – ha commentato Salvatore Romeo –. Proprio la collaborazione multidisciplinare è infatti fondamentale nell’ambito dell’Anatomia Patologica, il cui compito è non solo individuare o confermare una diagnosi, ma anche formulare una prognosi il più possibile accurata sulla possibile evoluzione della patologia e identificare, in particolare in ambito oncologico, quei valori predittivi che consentono di utilizzare nel modo più efficace le terapie target di nuova generazione. Il fine ultimo di questo lavoro di équipe è naturalmente sempre fornire ai pazienti il migliore trattamento possibile, secondo i principi di equità, sostenibilità e qualità”.

 

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