Il talento va premiato e riconosciuto, così da dare dimostrazione alle generazioni future di quanto sia importante perseverare nello studio e nella formazione, coltivando le emozioni che si generano per il raggiungimento del proprio obiettivo. Lo sa bene Paolo Agostini, classe 1973, talentuoso compositore thienese che venerdì 25 marzo ha ricevuto un prestigioso premio a livello mondiale a suo nome, il famoso Leone d’Oro di Venezia per meriti professionali, con tanto di congratulazioni.

Un importante traguardo conosciuto in tutto il mondo come il primo premio cinematografico assegnato nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nata nel 1932. Riconoscimento viene assegnato non solo al mondo dell’arte ma anche a quello della cultura e dell’imprenditoria italiana. Rimane con i piedi per terra Agostini, si concede una “pacca sulla spalla” e resta umile; ringrazia chi ha visto in lui del merito e ricorda che è fondamentale un buon lavoro di squadra, un percorso comune verso la musica con una visione più ampia che abbraccia diversi punti di vista. Tra gli ultimi lavori del maestro ricordiamo la composizione delle musiche dei film “Terre Rosse”, “Così eravamo” e “Oscar”, diretti dal regista Dennis Dellai. Quest’ultimo è stato presentato a Hollywood nel 2016; tornato a Thiene, Agostini ha ricevuto il Premio Thiene come unico italiano ammesso all’ “ASCAP Scoring Workshop With Richard Bellis” di Los Angeles, il più prestigioso workshop di musica da film al mondo. Attualmente è alle prese con alcuni nuovi progetti che lo vedono impegnato anche con collaborazioni internazionali e per le musiche del prossimo film firmato Dellai “800 giorni”.

Ecco l’intervista al compositore dopo aver conseguito il Leone d’Oro.

Come si sente dopo aver ricevuto un premio tanto lustre?

“Sono felice di aver ricevuto questo riconoscimento, mi fa davvero piacere che qualcuno si sia accorto del poco lavoro che ho fatto e che abbia ritenuto giusto inserire il mio nome su questa targhetta. Mi da una pacca sulla spalla per andare avanti. Non me lo aspettavo.”

Come nasce la sua passione per la musica?

“Credo di averla assorbita dai miei genitori, soprattutto da mia madre. Poi è stato un continuo susseguirsi di percorsi e conoscenze. La passione per la melodia, che ha le sue radici nella musica classica e operistica, credo sia arrivata da adolescente. Quando si inizia a crescere, la musica diventa anche un modo per comunicare, qualcosa di interiore, quasi spirituale. Non si tratta solo di apprezzare la musica per il gusto di ascoltarla ma ad un certo punto della tua vita, quando la vivi profondamente, la musica diventa parte di te, ti accompagna nella tua dimensione più intima e lì, sviluppando questo tipo di sensibilità, confrontandomi e ascoltando anche i grandi maestri e lasciandomi trasportare dalla musica dei grandi autori, ho capito che non potevo essere indifferente alle emozioni che mi dava la musica.”

Come ha scelto la strada della musica cinematografica e colonne sonore?

“E’ stato un semplice passaggio per me, ho seguito le emozioni. Ho provato nel mio piccolo ad esprimermi attraverso il linguaggio della musica e l’ho trovato soprattutto attraverso il cinema perché in un progetto cinematografico il compositore ha questa grande opportunità di descrivere con la propria sensibilità e mondo musicale, una storia e di partecipare ad una costruzione più ampia che è la costruzione di un film, e alla visione creativa di un regista. La melodia ha un potere evocativo, una visione romantica che ho seguito con passione.”

Il suo percorso non si sofferma solo ad empatia con la musica, ma è anche frutto di studio. E’ così?“Sì, anche se i miei genitori non mi hanno mai spinto verso lo studio della musica, è stato un percorso naturale. Ho iniziato come autodidatta, poi ho iniziato a studiare e specializzarmi vincendo anche delle borse di studio importanti come in Inghilterra e in America passando anche per il C.E.T. di Mogol, dove ho avuto la possibilità di lavorare con lui per arrivare a questa sorta di Masterclass dedicata alla musica da film “ASCAP film scoring workshop” che si svolge a Los Angeles ogni anno. Lì ho avuto modo di confrontarmi con grandi professionisti, scrivere un mio brano, orchestrarlo, dirigere la prestigiosa Hollywood Orchestra negli studi della 20th Century Fox per una scena del film “Cinderella” della Disney, confrontarmi con produttori e altri professionisti. Devo ringraziare il cielo che mi ha dato grandi opportunità. Mi sento di dire con ho sempre cercato di mettersi il cuore e grande attenzione, poesia, non è una cosa scontata bisogna lasciarsi attraversare da emozioni e al contempo di riuscire a trovare un modo di confrontarsi con le persone che lavorano con te.”

Quale messaggio vuole dare a chi vorrebbe avvicinarsi a questa professione?

“Penso sia importante crederci fino in fondo, coltivare la passione e avere il desiderio bruciante di perseguire i propri sogni, bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco. A volte la vita stessa, quando si agisce verso una direzione costruttiva e si inizia a conoscere e frequentare professionisti che hanno la tua stessa visione e riconoscono che hai qualcosa da dire, loro stessi si attivano nel darti una mano per darti una possibilità. Poi da lì costruisci il tuo percorso”.

 

Laura San Brunone

 

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