Tutti avevano visto qualcosa, molti sapevano di piccole angherie fatte dai quattro teppisti di Piovene di origine extracomunitaria a coetanei e passanti. Ma Renato Trombin, che invece una denuncia formale ai Carabinieri per danneggiamenti alla propria auto l’ha fatta, è oggetto in questi giorni di numerose critiche postate sulla sua pagina facebook per aver ritirato la querela. Tra gli apprezzamenti di chi lo conosce bene, convinti che il suo sia un nobile gesto, cadono a pioggia i giudizi di quelli convinti che Trombin abbia sbagliato, perché ‘il lupo perde il pelo ma non il vizio’ e che quindi i baby bulli meritassero una pena esemplare.

Trombin, perché ha ritirato la querela? Non è convinto che i ragazzi andassero ‘puniti fino in fondo’ come ha commentato qualcuno sul suo profilo fb?

‘In realtà i ragazzi sono stati puniti fino in fondo! Nel senso che essendo minori di 14 anni non sono imputabili da un punto di vista penale, quindi a processo non sarebbero mai andati. Avrei potuto procedere civilmente, ma mi sono chiesto: ne sarebbe valsa la pena? Se vogliamo si tratta di una motivazione pratica. Da un punto di vista umano sono convinto che i ragazzi debbano capire l’errore commesso, ma il mio timore era quello di far peggio. Non sono io quello che deve giudicarli in questo senso. Sono stato risarcito dai genitori e per me questo è stato sufficiente. In linea con la mia fede ho versato l’intero importo in beneficenza, ma questa è una scelta personale, non fatta con un intento specifico’.

Come le sono sembrati i ragazzi? Le ha parlato?

‘In caserma ho conosciuto solo tre ragazzi. Solo il quarto non c’era, quello considerato il leader del gruppetto. Ho avuto l’impressione che questi tre si facessero trascinare dal più forte, perché li ho visti realmente pentiti e si sono scusati, hanno capito. Voglio sottolineare che i ragazzi sono stati letteralmente strigliati, sia dai Carabinieri che dai genitori. Mi sono convinto che non si rendessero ben conto di quello che facevano’.

E i genitori? Che impressione le hanno fatto?

‘Io ho conosciuto due dei padri e una madre, genitori di questi tre ragazzi. Erano tutti disponibili a collaborare ed avevamo un atteggiamento di pentimento e di umiltà, non di strafottenza. La madre addirittura fa volontariato nel patronato della parrocchia, nonostante siano tutti di fede mussulmana. Sono più di 20 anni che abitano a Piovene, lavorano tutti in zona. Invece i genitori del cosiddetto leader non si sono presentati. È probabile che qui si tratti di una famiglia ben più problematica di quelle che ho conosciuto, che sono invece integrate’.

Parliamo degli attacchi che ha subito su facebook…..

‘Non immaginavo così tanta ferocia. Ho visto alcuni estremismi che non sono propri del mio carattere. Se fossero stati italiani? In quel caso imputeremmo la colpa alle famiglie? Non credo. Ho vicini di casa extracomunitari migliori degli italiani, che a volte non mi salutano neanche. Quando mi hanno colpito a sassate l’auto io ero arrabbiato ma indipendentemente da chi avevo di fronte. Sono amareggiato, questo sì’.

E adesso? La questione finisce qua?

‘Certo che no. La vicenda rimane comunque agli atti. Se dovessero succedere altri episodi di bullismo i Carabinieri non se ne starebbero certo a guardare. Il parroco Don Romeo è inoltre ben disposto ad accoglierli per fare del volontariato. Gli strumenti per l’integrazione ci sono tutti. Ricordo solo che hanno 12, 13 anni. Sono dei bambini, non dobbiamo odiarli’.

 

Marta Boriero

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