Dalla lista della spesa per mettere sotto controllo gli acquisti d’impulso, che è diventata un’abitudine per l’81% dei consumatori, allo slalom tra i negozi per cercare le offerte più convenienti con l’83% che punta su prodotti in promozione, mentre il 72% dei cittadini si reca direttamente nei discount. Sono queste alcune delle strategie salva tasche adottate in tempi di inflazione secondo lo studio Coldiretti/Censis sui comportamenti per far fronte al caro prezzi nel carrello, favorito dai rincari energetici, con le difficoltà che si trasferiscono dai campi alla tavola lungo tutta la filiera.

“C’è anche chi, nella situazione di difficoltà – commenta Coldiretti – preferisce fare una spesa etica con otto consumatori su dieci che acquistano, ovunque possibile, prodotti agricoli del territorio, perché li considerano di qualità più alta, ma anche per dare supporto economico alle imprese agricole locali”.

Quasi sette consumatori su dieci cercano regolarmente prodotti a km0, che consumano meno carburanti e garantiscono più freschezza, con il 50% che effettua acquisti nei mercati contadini, con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più. Un impegno sostenuto da Coldiretti, con la più estesa rete di vendita diretta nel mondo con 15mila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati di Campagna Amica lungo la Penisola.

Le difficoltà delle famiglie, infatti, si trasferiscono direttamente sulle imprese, dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare, a partire dalle campagne, dove più di un’azienda agricola dieci è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari.

“Occorre raddoppiare da cinque a dieci miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – conclude Coldiretti – spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.

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