I cervelli ci sono e le idee anche.

Hanno solo bisogno di uscire allo scoperto e trovare un team adatto e disponibile per  trasformare un progetto in realtà.

 

La pensa così Andrea Smiderle, titolare di Ieis Impianti, azienda di Piovene Rocchette leader nel settore dell’impiantistica elettrica industriale che vanta un team di collaboratori giovani e tenaci. Non temendo la crisi  ha deciso di mettere la sua struttura tecnica a disposizione alle idee e talenti. Smiderle, affiancato dal responsabile commerciale Luca Pietrobelli, vuole lanciare un invito a chi si sente un po’ inventore: “Venite a proporci le vostre intuizioni: potremmo essere in grado di realizzare progetti innovativi assieme”.

 

Smiderle, ci spiega bene di che cosa si tratta?

Ci sono tante persone con idee geniali nel campo dell’energia, ma non avendo esperienza tecnica nel settore non sanno come trasformare la loro geniale intuizione in realtà e di conseguenza tanti progetti non vengono realizzati.E’ una cosa molto semplice, anche se mi rendo conto che per qualcuno può sembrare un’ azzardo. In realtà c’è fame di ricerca e per saziare questa fame bisogna dare spazio alle idee.

 

A chi si rivolge Ieis? E’ una specie di talent scout?

Vogliamo dare delle opportunità concrete a tutte quelle persone che ragionano e credono nelle loro idee.A tutti coloro che hanno una qualche bella intuizione nel campo dell’energia chiediamo di fissare un incontro con noi, per parlare dell’idea e valutare insieme le possibilità per trasformarla in realtà.

 

Piccoli Archimede quindi?

Persone di tutte le età, che hanno dei pensieri ma non hanno le risorse per realizzarli.

 

E come può Ieis a trasformare un’idea in un progetto reale?

Noi abbiamo una struttura tecnica che ci permette sia di fare degli esperimenti che di attuare dei progetti in lavoro reale.

 

Perché Ieis ha deciso di intraprendere questo percorso? Vista da fuori sembra una sfida davvero intrigante…

Vogliamo trovare idee nuove e allo stesso tempo impedire che persone che vivono nel nostro territorio vadano a cercare la realizzazione dei loro progetti lontano da casa. In fin dei conti le grandi scoperte sono state fatte tutte da italiani. Il microchip è stato inventato da un vicentino,la plastica da un ingegnere di Imperia. E poi Meucci, Marconi, Leonardo da Vinci. Non voglio sembrare esagerato, ma ritengo davvero che dovremmo dare più spazio alle idee. Oggi si tende a pensare che tutto quello che serve esista già, in realtà chissà quanto cose si possono ancora inventare.

 

E dal punto di vista economico questa proposta potrebbe avere uno sviluppo?

Certamente. Innanzitutto ci sono opportunità per la persona che ha l’idea originale, ma allo stesso tempo, se il progetto si può realizzare, si innesca un meccanismo che mette in moto posti di lavoro, cervelli e tecnologia. Prendiamo come esempio il microchip: dal giorno in cui Federico Faggin se l’è immaginato a oggi, quanti posti di lavoro sono stati creati grazie a quell’intuizione? Quanta economia si è mossa intorno ad un semplice e piccolo ‘ingranaggio’?

 

Potrebbe anche essere un modo per evitare questa famosa crisi?

La crisi ha fatto sprofondare molte persone in un tunnel di depressione che fa passare la voglia di reagire e ragionare. Noi vogliamo invitare chi ritiene di avere una bella idea a tirarla fuori senza paura e senza vergogna. Prima dell’invenzione del telefono, se qualcuno avesse detto a voce alta ‘tra 30 anni saremo in grado di parlarci in tempo reale senza esserci difronte’ si sarebbe trovato un’accusa di stregoneria sul capo. Ora ci si video-telefona dalla luna esi fanno conferenze intercontinentali su Skype.Il tutto perché una persona nella sua idea e ha trovato una struttura per renderla reale.

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